Solo poche settimane fa gli esperti e l’amministrazione regionale parlavano di un appiattimento della curva, ma l’arrivo della variante Omicron e il periodo di feste sembrano aver cambiato radicalmente la situazione in Friuli Venezia Giulia, regione che ora rischia concretamente l’arancione.
Dei tre parametri considerati, contagi settimanali ogni 100 mila abitanti, occupazione dei posti letto nelle aree mediche e dei posti in terapia intensiva, solo uno, l’occupazione nell’area medica, rimane da zona gialla, ma si sta avvicinando al limite dell’arancione. I contagi sono ormai quasi 2 mila ogni 100 mila abitanti alla settimana, l’occupazione in terapia intensiva è oltre il 20 per cento, mentre le aree mediche sono occupate al 28 per cento, solo due punti sotto la soglia del 30, ma sono in aumento. La regione ha attivato nuovi posti letto, che potrebbero contribuire a tenere i numeri sotto la soglia, ma si rischia comunque il passaggio già venerdì.
Si ritornerà dunque alle restrizioni della scorsa primavera? Assolutamente no, perché quasi tutte le restrizioni della zona arancione ora vengono imposte solo ai non vaccinati, a cominciare dalle limitazioni agli spostamenti fra comuni, che valgono solo per chi non ha ricevuto il vaccino, così come il divieto di accesso ai negozi dei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi, o il divieto di sport di contatto all'aperto.
Una circostanza ricordata anche dal Presidente della regione Massimiliano Fedriga “Siamo molto vicini all’arancione, - ha detto - però con le misure che la Conferenza delle Regioni aveva chiesto al governo, per i vaccinati l’arancione è come la zona bianca. Il non vaccinato rischia di andare in ospedale, e se l’ospedale si satura - ha aggiunto - noi rischiamo di mettere in pericolo tutto il Paese”.
Fedriga ha anche sottolineato la necessità di tenere aperte le attività economiche: “Se qualcuno pensa che chiudere un’attività o un’altra possa ridurre i contagi, con questi numeri, si illude”. “Oggi noi dobbiamo ragionare in un modo diverso: siamo davanti a una nuova variante, estremamente più contagiosa, ma con le terze dosi riusciamo a ridurre la gravità della malattia”.
Anche Fedriga ha poi ribadito la linea espressa anche dal governatore del Veneto Luca Zaia, che punta a ridurre “i tamponi per gli asintomatici e i tracciamenti, perché – ha detto - è insostenibile inseguire centinaia di migliaia di persone al giorno: l’obiettivo – ha concluso - non è far sparire i contagi, ma far sparire la malattia grave e lo si può fare con il vaccino”.
A preoccupare infatti non sono solo i ricoveri, ma anche le assenze di centinaia di migliaia di lavoratori in quarantena. Anche il direttore dell’Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina Andrea Longanesi, intervistato dall’agenzia Dire, ha confermato che attualmente nella sua azienda ci sono “150 assenti perché sono positivi al Covid, accanto ad altri 200 dipendenti assenti perché non vaccinati o in attesa di vaccinazione”. Una situazione che si ripercuote sull’attività proprio in una delle fasi più critiche della nuova ondata: “È una situazione difficile - ha detto -, siamo attivi circa al 60 per cento come attività chirurgica, e abbiamo molti pazienti fermi in pronto soccorso perché gli altri reparti vengono convertiti in reparti Covid”.
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