Il Friuli Venezia Giulia rimarrà una delle poche regioni in Italia, accanto a Valle d’Aosta e Piemonte, a non applicare la doppia preferenza di genere.
L’aula del consiglio regionale ha infatti respinto, per la seconda volta in due anni, la proposta, questa volta presentata dal consigliere del Pd Francesco Russo e sottoscritta da M5s, Patto per l’Autonomia, Cittadini e Open Fvg, che puntava a introdurre il meccanismo che facilita l’elezione di donne all’interno del Consiglio Regionale.
Si tratta di un sistema, già presente in 17 regioni e in tutti i comuni, che prevede una doppia preferenza: se l’elettore decide di esprimere entrambe le preferenze, uno dei due nomi deve essere di una candidata donna. Sul tema era stata anche presentata una petizione on line, che ricordava come all’interno dell’aula ci siano solo 7 consigliere donne su 49 componenti.
Le posizioni però sono rimaste quelle di due anni fa: la giunta aveva proposto di avviare un inter di riforma dell’intera legge elettorale, chiedendo il ritiro della proposta, ma anche su questo è emersa la difficoltà di dialogo fra la maggioranza e l’opposizione di centro sinistra.
Nei vari interventi i proponenti hanno sottolineato come non si tratti di una “quota rosa”, ma di un meccanismo di civiltà, che aiuta l’inserimento delle donne in politica, sperimentato con successo in paesi che hanno ormai raggiunto la piena parità nelle assemblee.
Anche questa volta però le forze di maggioranza, pur a tratti concordando con la necessità di meccanismi che agevolino la parità di genere, posizione in particolare di Fratelli d’Italia, hanno accusato l’opposizione di aver presentato una proposta strumentale, sapendo che non sarebbe passata, uguale a quella di due anni fa, solo per attaccare la giunta e la maggioranza.
Accuse rinviate al mittente dai firmatari che hanno invece sottolineato come non ci sia sensibilità sulla questione e come la giunta in realtà non abbia mai presentato alcuna proposta di riforma organica, che comunque non c’entra nulla con la parità di genere, hanno aggiunto.
Sia come sia, la proposta non è passata, con 25 voti contrari e 20 a favore, lasciando irrisolto un tema che rimane sul tavolo del confronto politico regionale.
Alessandro Martegani