Nonostante qualche timore della vigilia, il Friuli Venezia Giulia torna in giallo. Nelle ore che hanno preceduto la decisione del governo, si pensava che molte regioni attualmente in arancione vedessero confermato il colore ancora per una settimana, ma i dati in discesa hanno fatto propendere il governo per un allentamento,
Dal 31 gennaio dunque passano, o rimangono in arancione Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria e la Provincia Autonoma di Bolzano, mentre tutte le altre vanno in area gialla.
A far decidere il passaggio del Friuli Venezia Giulia, che potrà quindi riaprire, sia pure fino alle 18 e con limitazioni, bar e ristoranti, e consentire gli spostamenti fra comuni, è stato l’indice Rt, fra i più bassi d’Italia, a 0,68, accanto alla quello della provincia di Trento con lo 0,5 e del Veneto con 0,61, nonostante la pressione sulle strutture sanitarie, sia pur in diminuzione lenta ma costante, sia ancora presente.
Lo stesso governatore Massimiliano Fedriga aveva avuto nel pomeriggio un colloquio con il ministro della salute Roberto Speranza sottolineando come i dati permettessero già un ritorno in giallo.
I dati in Friuli Venezia Giulia in effetti rivelano un progressivo ma lento miglioramento delle cifre: i nuovi contagi rilevati con i test molecolari sono stati 393, più altri 164 con quelli antigenici per un totale 557 di contro i precedenti 642. Stabili a 59 i ricoveri nelle terapie intensive, mentre calano, se pur di poco, quelli in altri reparti: 605 contro i precedenti 619.
Un progressivo miglioramento della situazione, ma che, nei giorni scorsi, aveva anche alimentato l’irritazione dell’amministrazione regionale e del governatore Fedriga per la classificazione europea, che pone il Friuli Venezia Giulia e la provincia di Bolzano, uniche in Italia, in area rosso scuro. La correzione della mappatura, che si basa sul numero di positivi ogni 100 mila abitanti, un criterio che per Fedriga “penalizza esclusivamente chi è in grado di fare molti tamponi”, ha modificato la posizione di Veneto ed Emilia Romagna, ma non quella del Friuli Venezia Giulia.
Anche l’assessore alla Salute Riccardo Riccardi ha definito la classificazione europea “insensata”. “Il nostro Rt è fra i più bassi d’Italia: il problema in questo momento - ha detto -, è la pressione ospedaliera, che non ha nulla a che fare con la probabilità di espandere il contagio”.
Per ora comunque, al di là del danno all’immagine della regione, si tratta ancora di una questione accademica, visto che la classificazione è solo una proposta che dovrà essere recepita, e in ogni caso le restrizioni già in vigore non sono molto difformi da quelle proposte dall’Europa.
Alessandro Martegani
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