Dopo quasi due settimane di pressione, a tratti giunta anche all’ultimatum, le regioni hanno dunque ottenuto la possibilità di accelerare la ripresa e far alzare le serrande a tutte quelle attività che secondo il piano originario avrebbero dovuto attendere fino a giugno.
Fra le regioni che premevano per giungere alla riapertura di attività come parrucchieri, servizi alla persona, bar, ristoranti, che al momento offrono solo servizio da asporto, e altre attività commerciali, c’è il Friuli Venezia Giulia che, a fronte di misure molto restrittive all’inizio della pandemia e di regole prudenziali come l’obbligo d’indossare la mascherina anche per strada, ora chiede di poter ripartire.
È stato lo stesso Governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ad annunciare, dopo la riunione con il governo e gli altri presidenti di regione, che lunedì “il Friuli Venezia Giulia potrà riaprire tutte le attività economiche ancora chiuse”.
Il governo si è tenuto la possibilità d’intervenire se le cifre peggiorassero, ma la direzione presa va verso un’autonomia delle regioni in questo senso: un cambio di rotta da parte del governo che aveva impugnato due ordinanze di apertura in Calabria e nella provincia di Bolzano, e ora invece sembra aver ascoltato le regioni. “Ha pagato il lavoro di mediazione, - ha detto Fedriga - ma anche l'aver alzato i toni quando è stato necessario”.
Sia come sia, da lunedì la vita ricomincerà a scorrere quasi normalmente in regione dal punto di vista commerciale, anche perché Fedriga ha annunciato di voler far ripartire hotel ed estetisti, palestre, centri sportivi e piscine, pur rispettando tutte le misure di sicurezza, come le distanze fra i tavoli per la ristorazione, o gli spazi nelle palestre con il divieto di utilizzo degli spogliatoi. Rimane da valutare come saranno organizzati i controlli, e come cambierà il meccanismo delle autocertificazioni, così come la questione dei trasferimenti fra regioni e quella dei confini.
Non c’è solo la partita delle riaperture però fra regioni e governo: Massimiliano Fedriga ha ribadito anche oggi, nella prima seduta del Consiglio regionale nella sede di Trieste, la volontà di chiedere, a tutti gli amministratori e parlamentari della regione, di sottoscrivere un documento che chieda un taglio dei contributi che il Friuli Venezia Giulia versa allo Stato. "Faccio il mio appello a tutte le forze politiche, a tutti i livelli - ha detto Fedriga intervenendo in Consiglio - di fare fronte comune. In questo momento di crisi eccezionale dobbiamo essere uniti e solidali nella difesa dell'interesse collettivo del Fvg".
La richiesta di un taglio delle tasse e degli oneri a carico delle regioni è fra l’altro una direzione che sembrano voler prendere anche altre regioni, e su cui potrebbe innescarsi un nuovo e forse più impegnativo braccio di ferro con Roma, anche con le ammnistrazioni che al momento godono di minore autonomia.
Alessandro Martegani
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