La manifestazione di venerdì scorso, che ha visto la partecipazione di almeno cinquemila persone scese in strada per testimoniare la contrarietà alla funicolare, che dovrebbe unite la città al Carso, non ha smosso, come prevedibile, le parti dalle rispettive posizioni.
Subito dopo la manifestazione, terminata in Piazza Unità, il sindaco Roberto Dipiazza, fra i maggiori sostenitori della necessità dell’opera, aveva scaricato la manifestazione affermando che "quattromila persone sono solo il due per cento dei triestini".
Tanto è bastato per innescare la reazione del comitato "No Ovovia" e del suo portavoce, l’architetto William Starc, che in una nota ha affermato che “il Sindaco con le sue ultime dichiarazioni pubbliche, sta diventando politicamente dannoso per la città”. Starc ha ricordato la perdita dei fondi europei e le dichiarazioni, poi smentite, riguardo l’impossibilità di destinarli ad altre opere. “Dare del bugiardo al Comitato e ai suoi attivisti – ha detto - certifica l'ormai irreversibile scollamento dalla realtà del Sindaco: era falso che il progetto della cabinovia aveva avuto il via libera dagli uffici della Commissione Europea” ed “era falso che i fondi PNRR non potevano essere utilizzati per una linea di tram, come il Comitato ha proposto dal principio”.
“L'ostinazione a perseverare con un progetto del tutto inutile” ha aggiunto “non solo ci è costato la perdita di quasi 50 milioni di euro, ma ha già comportato la spesa di due milioni direttamente dalle casse comunali, su cui auspichiamo che la Corte dei conti, ora che non ci sono più i vincoli del PNRR, possa far luce, chiedendone conto a quanti si sono resi colpevoli di questo sperpero di denaro pubblico”.
Starc definisce anche “vergognoso” che da un Sindaco “che dovrebbe essere il rappresentante di tutta la città a prescindere da chi l’ha votato, venga esplicitata – ha detto - una chiara minaccia e velatamente espressa una vendetta nei confronti di chi ha partecipato al corteo”. Il Sindaco, ha affermato Starc, avrebbe trattato i partecipanti alla manifestazione con “superficialità”, “quando afferma che quattromila persone, sono solo il due per cento dei triestini e lui pensa al "98 per cento di favorevoli”. Va ricordato, ha concluso, che "con 38.800 voti c'è qualcuno che governa senza il consenso dell’ottanta per cento dei triestini”.
Alessandro Martegani