È stata ribattezzata subito “Contro-mostra” su D’Annunzio, ma, pur offrendo una lettura e un‘impostazione completamente diverse, “Fiume di storie” la mostra dedicata all’impresa di Fiume alla figura di D’Annunzio, non punta a fare da cassa di risonanza alle critiche che sorsero lo scorso anno su “Disobbedisco”, la celebrazione dell’impresa di Fiume allestita nel Salone degli incanti sotto la supervisione del presidente del Vittoriale, Giordano Bruno Guerri.
Lo stile e anche l’ottica sono completamente diversi: se “Disobbedisco” era incentrata sulla figura e sulla personalità di D’Annunzio, mettendo in evidenza oggetti e documenti appartenuti al “vate”, celebrandone il pensiero, ricreando nell’allestimento i colori, l'atmosfera e perfino i profumi della vita del poeta soldato, con il fine spezzare il legame fra D’Annunzio e il fascismo, la mostra realizzata dalla Biblioteca statale e dall’Istituto per la Storia della Resistenza in Friuli Venezia Giulia, curata da Raul Pupo e Fabio Todero, cambia completamente stile, puntando su documenti, foto e didascalie, senza concentrarsi solo sulla figura di d’Annunzio, ma inserendo l’impresa di Fiume nel contesto storico internazionale, cercando di far comprendere ai visitatori in quale clima maturò l’impresa, come fu accolta dall’Italia e dalle altre potenze, e perché non venne appoggiata dal Roma.
Giornali dell’epoca, immagini, foto e documenti, accompagnati da didascalie e cartelli esplicativi, guidano attraverso quegli anni i visitatori. All’interno dei sobri locali della biblioteca, l’approccio è più scientifico che scenografico: una sorta di lezione di storia, precisa e puntuale ma anche scorrevole, che guida attraverso gli anni immediatamente successivi alla prima guerra mondiale. Dagli accordi fra le potenze, alla nascita della “Vittoria mutilata”, fino all’impresa di Fiume, dal settembre al dicembre del 2019, e all’attacco da parte della marina italiana.
Ne esce comunque un giudizio su D’Annunzio, rifiutando un collegamento diretto fra il fascismo e il poeta, ma sottolineando anche come dalle sue imprese, parole, comportamenti autoritari, trasse ispirazione il regime; fu un uomo “antidemocratico”, un affabulatore piuttosto che un politico, un utopista piuttosto che un rivoluzionario.
La mostra, sarà visitabile a ingresso gratuito fino al 20 novembre, e l’accesso è consentito solo su prenotazione telefonando alla biblioteca (+39040300725) o scrivendo a bs-scts.info@beniculturali.it.
Alessandro Martegani