102 persone, fermate poco dopo aver passato il confine fra Italia e Slovenia; sono numeri importanti, nonostante il freddo e l’inverno, quelli dei migranti rintracciati lungo la cosiddetta rotta balcanica.
Gli ultimi sono stati i componenti di un gruppo di 102 persone, fermati ieri sera nell’area di Aquilinia: il gruppo è stato portato a Fernetti per le procedure d’identificazione e avviato in quarantena.
Sempre negli ultimi giorni due cittadini sloveni di 38 e 23 anni sono stati arrestati in Italia nei pressi di Gorizia per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: i due erano stati notati da una pattuglia della polizia italiana mentre attraversavano il confine su un furgone con targa slovena e i simboli della Croce Rossa, preceduto a breve distanza da un’auto, anch’essa con targa slovena.
Dopo un iniziale tentativo di fuga, i veicoli si erano fermati e gli agenti hanno trovato all’interno del furgone dieci cittadini pakistani.
Si tratta di episodi, ha fatto saper il Sindaco Autonomo di Polizia SAP, che dimostrano che “la rotta balcanica anche durante i mesi invernali, non si ferma”. “Quest'anno, - ha aggiunto il segretario provinciale - Lorenzo Tamaro il flusso è in notevole incremento”. Secondo il sindacato, vista la situazione in Afghanistan, i flussi in primavera potrebbero divenire “insostenibili” e richiederanno un numero maggiore di operatori di Polizia di Frontiera e “normative al passo con i tempi”.
Proprio ieri la Corte di Giustizia Europea aveva dichiarato contraria alla Convenzione sui diritti dell’Uomo le pratiche di respingimento operate dai paesi lungo la rotta balcanica, costate la vita a una bambina di sei anni respinta in Serbia dalla Croazia nel 2017.
Ieri, su un altro fronte caldo, quello fra Polonia e Bielorussia, un altro bambino, di un anno e mezzo, è morto di freddo e stenti dopo un viaggio iniziato dalla famiglia in Siria e durato un mese e mezzo. “Lo sfruttamento dei migranti e dei richiedenti asilo deve cessare, la disumanità deve cessare", ha scritto su Twitter il presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli.
Alessandro Martegani