Con l’attenuarsi della pandemia riprendono anche le attività all’estero dell’Università popolare di Trieste, e dopo uno stop di più di due anni c’è stato il primo incontro ‘in presenza’ tra i vertici dell’ente e la Comunità nazionale Italiana autoctona del Montenegro.
In settimana il vicepresidente Paolo Rovis e il segretario generale dell’Università Popolare di Trieste Fabrizio Somma, accompagnati dal presidente dell’Unione degli Istriani, Massimiliano Lacota, e dal presidente del Comitato Italiani nel Mondo, Roberto Menia, sono giunti a Cattaro per partecipare alla XVII Seduta dell’Assemblea annuale della Comunità Italiana del Montenegro. Fondata a inizio 2004, la Comunità degli Italiani in Montenegro ha riunito le persone di origine italiana presenti alle “Bocche di Cattaro”, e dal 2017 è stata riconosciuta come comunità autoctona dalla Repubblica del Montenegro.
L’assemblea ha visto la rielezione per il prossimo quadriennio del presidente Aleksandar Dender, che ha espresso soddisfazione per il ripristino delle attività in seguito a tre anni di chiusura e per la collaborazione garantita da più di 18 anni dall’Università Popolare di Trieste, braccio operativo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e della Regione Friuli Venezia Giulia: proprio l’amministrazione regionale è stata indicata come un garante di stabilità e sensibilità per le necessità della Comunità Nazionale Autoctona Italiana in Montenegro fin dall’inizio del 2000.
Nei loro interventi, Rovis e Somma hanno ricordato le numerose iniziative realizzate in Montenegro nel corso degli anni, inaugurando ufficialmente due mostre tematiche presso la chiesa di San Paolo a Cattaro, “I Fari dell’Adriatico” e “Re-Marks” di Piero Conestabo.
L’Unione degli Istriani e la Comunità italiana del Montenegro hanno anche firmato un nuovo Protocollo d’Intesa per rafforzare il partenariato tra le due Associazioni nell’ambito della valorizzazione dei legami storici e culturali fra Istriani e Dalmati.
Alessandro Martegani