Puntare al dialogo, ma senza sottovalutare le provocazioni e il clima di tensione crescente in Italia e in Europa. Sono questi i messaggi lanciati dalla manifestazione organizzata nel giro di poche ore dal comune di San Dorligo della Valle-Dolina, dall'ANPI, dalle associazioni culturali e sportive locali e dalle organizzazioni della comunità slovena in Italia, L'Unione Culturale Economica Slovena (SKGZ) e la Confederazione delle Organizzazioni Slovene (SSO).
Al teatro Prešeren di Bagnoli della Rosandra si sono radunate più di 500 persone, che hanno occupato tutta la sala, i corridoi e anche gli spazi esterni all’edificio, a pochi metri dal luogo in cui era stato affisso uno dei manifesti con la scritta “Partigiani Titini infami e assassini”, striscioni che Casapound ha deciso di attaccare un po’ in tutto il paese, a poche ore dalla celebrazione della giornata del ricordo.
Una provocazione alla quale le comunità slovene hanno deciso di reagire immediatamente, con la manifestazione “Per la pace, il rispetto e la convivenza”, accusando CasaPound di “fomentare odio e offendere la memoria delle vittime della pagina più buia della nostra storia recente”.
Gli appartenenti alla minoranza slovena hanno risposto in maniera compatta, come sottolineato anche dai due interventi del programma, aperto dal sindaco di Dolina Sandy Klun.
“Quando mi hanno chiamato per avvisarmi del manifesto, ho prima pensato che fosse un gesto da mettere in relazione al discorso che avevo fatto l’anno scorso in occasione del 25 aprile - ha detto -, poi ho saputo che li avevano attaccati in tutta Italia. Non dobbiamo essere indifferenti verso questo tipo di gesti, e per questo motivo abbiamo organizzato questa manifestazione con le nostre associazioni”
Riguardo la celebrazione della giornata del Ricordo il sindaco ha sottolineato come sia giusto che “tutte le amministrazioni, anche la nostra, siamo presenti: io quest'anno non c’ero - ha aggiunto - ma c'era un rappresentante della giunta, e ci sono stato più volte anch’io in passato. È giusto ricordare e far ricordare ai giovani quanto è successo, ma non si possono tollerare comportamenti estremisti come quelli messi in campo dalla destra”.
Molto applaudito anche l’intervento dell’ex sindaco, e rappresentante dell’Anpi, Boris Pangerc, che è salito sul palco indossando un berretto da partigiano. Pangerz ha ripercorso l’evoluzione dei sentimenti verso la lotta di liberazione e dei partigiani negli ultimi decenni in Italia, lanciando un invito al dialogo, ma ribadendo il rifiuto di ogni accusa di pulizia etnica o genocidio verso la popolazione italiana da parte dei partigiani di Tito, un’impostazione ha spiegato, “favorita dalle impostazioni date da Fini e Violante prima, e dal Presidente Napolitano poi”. Non è andato esente da critiche il presidente Mattarella, che da una parte, ha detto, s’impegna per restituire alla comunità slovena il Narodni dom, ma dall’altra continua a parlare di pulizia etnica.
“Condanno le provocazioni fasciste – ha spiegato Pangerc – così come le scritte contro i morti nelle foibe o su Norma Cossetto: non dobbiamo accettare le provocazioni fasciste che si stanno moltiplicando, è una lotta – ha concluso prima d’intonare con tutti i presenti l’inno del litorale – che dobbiamo affrontare tutti insieme, noi sloveni e gli italiani democratici”.
Riguardo i responsabili dell’affissione degli striscioni, il sindaco Klun ha anche assicurato che l’area a Dolina era video sorvegliata: “Ci sono due denunce, una del comune e una d’ufficio della Digos, e siamo fiduciosi di poter indentificare i responsabili”.
Alessandro Martegani