Sergio Mattarella (Foto: Quirinale)
Sergio Mattarella (Foto: Quirinale)

L’attacco della Russia all’Ucraina, i rischi per l’Europa, e la preoccupazione per le conseguenze del conflitto, hanno occupato una parte rilevante dell’intervento che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha pronunciato nel corso della cerimonia di apertura dell’anno accademico all’Università di Trieste.
Dopo aver presenziato in Prefettura alla firma dell’accordo che ha sancito il passaggio dell’edificio del Narodni Dom dall’Università alla comunità slovena in Italia, il Capo dello Stato è giunto all’ateneo giuliano chiudendo con il suo intervento la cerimonia di apertura dell’anno accademico.
Dopo aver sottolineato i dati positivi ottenuti dall’Università di Trieste sia dal punto di vista scientifico sia per il numero di laureati, nonostante gli anni difficili a causa della pandemia, ha ricordato come, accanto all’emergenza pandemica e a quella economica, ora l’Italia, ma in generale il mondo, debbano far fronte a una nuova emergenza, rammaricandosi che la lezione della pandemia non sia servita per guardare a un futuro di collaborazione e unità.

Sergio Mattarella con gli studenti (Foto: Quirinale)
Sergio Mattarella con gli studenti (Foto: Quirinale)

“Si pensava, confesso lo pensavo anch’io – ha detto - che questa drammatica esperienza, vissuta da tutto il mondo contro un pericolo comune che ha messo a rischio il genere umano, avesse fatto comprendere, anche a livello dei governi degli Stati, l’esigenza di ricercare condivisione, dialogo, collaborazione. Appariva logico, sembrava anche possibile, e invece abbiamo dovuto assistere al riesplodere di aggressivi egoismi nazionali, alla moda di quanto non avveniva dall’Ottocento, dai secoli scorsi: un retrocedere della storia e della civiltà che mai avremmo immaginato possibile in questo inizio di millennio, assistendo a vittime di ogni età, dai bambini agli anziani, a devastazioni di città e di campagne, a un impoverimento del mondo”.

Mattarella ha anche sottolineato come “la pace sia sempre doverosa e possibile” e come “proprio per questo, stiamo rispondendo con la dovuta solidarietà all’aggressione nei confronti dell’Ucraina, con l’accoglienza dei profughi, con il sostegno concreto a chi resiste a difesa della propria terra contro un’invasione militare, con misure economiche e finanziarie che indeboliscano chi pretende di imporre con la violenza delle armi le proprie scelte a un altro Paese, per frenare subito, per rendere insostenibile questo ritorno alla prepotenza della guerra”.

Un momento della cerimonia (Foto: Quirinale)
Un momento della cerimonia (Foto: Quirinale)

Anche gli altri interventi delle autorità presenti alla cerimonia hanno ricordato il conflitto in corso. Il Rettore Roberto Di Lenarda, ha assicurato che l’ateneo continuerà “a essere solidale e aperto a tutte le collaborazioni scientifiche ma saremo anche forti – ha aggiunto - nel condannare le aggressioni di chi pensa di imporre con la forza le sue inaccettabili prevaricazioni”.

Il Presidente della Regione Massimiliano Fedriga ha fra l’altro rimarcato l'impegno della Regione e del sistema universitario per gli studenti ucraini, “attraverso la continuità nei percorsi di studio, lanciando un segnale in un contesto di sofferenza e crescente preoccupazione, un segnale importante sul piano della solidarietà e dell'inclusione".

Sergio Mattarella con gli ospiti dell'Itis di Trieste (Foto: Quirinale)
Sergio Mattarella con gli ospiti dell'Itis di Trieste (Foto: Quirinale)

Dopo aver lasciato l’università, dove c’è stata anche una piccola manifestazione di una decina di persone, No vax ed esponenti di associazioni per la pace, il Presidente Mattarella ha concluso la sua visita a Trieste all’Itis, l'azienda pubblica che ospita oltre 400 anziani. Il Capo dello Stato ha salutato gli ospiti e fatto gli auguri a una signora che sta per compiere 100 anni. “Il nostro paese è il più anziano in Europa – ha detto - e questo per diversi motivi: uno è l'attesa di vita che in Italia è più alta che altrove, questo è confortante, e l'altro è che nascono meno bambini, e speriamo si riesca a invertire questa tendenza. Questo – ha aggiunto - sottolinea ancora di più l'importanza dell'attenzione verso gli anziani che sono, e io faccio parte della categoria, gli non soltanto un punto di affetto per le altre generazioni ma anche portatori dell'esperienza, dei ricordi, della storia, della trasmissione di conoscenza, di vita. Questo li rende preziosi nella vita della società".

Alessandro Martegani