appartenenti alla prima organizzazione antifascista europea, la Borba. Ogni anno davanti al monumento edificato nel luogo della loro uccisione si tiene una manifestazione per ricordare questo tragico evento.
Ieri i rappresentanti istituzionali e politici di Slovenia e Italia hanno ricordato il sacrificio dei quattro antifascisti, che rappresentano il germe della lotta partigiana che da lì a undici anni verrà: un'avanguardia che cercò di opporsi all'avanzare del fascismo e alla violazione dei diritti degli slavi residenti nell'allora regno di Italia.
Una lotta per la libertà che ha ancora molto da insegnare come hanno ricordato i due ospiti chiamati a parlare in questa occasione.
"Quel 6 settembre 1930 in cui sono stati fucilati i quattro martiri di Basovizza rappresenta una pietra miliare nella storia della resistenza slovena", ci spiega uno dei due oratori, la senatrice Tatiana Rojc, "perché il fascismo con il suo tribunale speciale per la difesa dello stato ha dichiarato queste quattro condanne a morte senza possibilità di appello. Loro quattro insieme a Gortan sono le prime vittime dell'antifascismo in Europa. Si tratta di vittime dello Stato e quindi è importante che ci si ricordi di loro e dei loro ideal,i sui quali è stata costruita la libertà in Europa. L'antifascismo resta una delle pietre portanti del nostro continente".
"Allora come oggi i venti che spirano in Europa e anche da noi sono preoccupanti", coclude la Rojc, "e credo che forze democratiche debbano rendersi conto che è ora di smetterla di dividersi e compattare invece le fila per dare una risposta seria alla crisi dilagante e contrastare le forze antifasciste ed antieuropee che stanno prendendo sempre più piede in Europa".
Anche il secondo ospite, il Presidente del Circolo della stampa di Trieste, Pierluigi Sabatti pensa che sia necessario prendere spunto da questo evento per leggerlo in chiave attuale: "Ricordare questi giovani che hanno lottato contro il fascismo mi sembra un dovere, soprattutto in questi tempi. L'Italia non ha fatto i conti con il fascismo che sta risorgendo alla grande nei modi, negli atteggiamenti, nelle parole e nelle persone. C'è una nuvola nera che sorvola tutta l'Europa per cui bisogna reagire, perché noi oggi ci troviamo davanti ad un fenomeno di razzismo veramente spaventoso. La stessa cosiddetta emergenza degli immigrati viene raccontata con i termini del razzismo per spaventare la gente. E la paura, si sa, permette agli uomini di polso di imporsi e Salvini si sta dimostrano un maestro in questo. È giusto, quindi, che si facciano queste manifestazioni, che, però, non devono essere stucchevoli ma diventare un momento per andare avanti e per arginare questi fenomeni pericolosi non solo per il nostro paese e i paesi vicini, ma per l'intero disegno europeo che fino ad ora, diciamocelo, ci ha fatto vivere bene".
"Bisogna impossessarsi dei social, per controbattere dall'utilizzo che ne fanno quelli che spargono la paura", sostiene Sabatti, "e diffondere tra i giovani la cultura della democrazia e della crescita comune. L'importante è fermare i partiti sovranisti che vogliono distruggere l'ideale europeo".
Per Sabatti bisogna essere "cittadini e partigiani", dove l'essere partigiano significa difendere i diritti umani e i valori sui quali si basa il nostro sistema democratico.
Un appello che la Rojc ha condiviso invitando la Comunità e gli individui in questi tempi di crisi a riflettere su che tipo di persona si voglia essere.
Barbara Costamagna