Ad organizzare la presentazione dell’ultimo libro dello storico Luciano Patat dedicato alla X Mas, nella sala del Trgovski dom di Gorizia è stata la locale ANPI, in prima linea contro la manifestazione che da anni i reduci della X Mas organizzano nel goriziano a metà gennaio in ricordo della battaglia di Tarnova, deponendo i fiori ai loro morti, ma anche nel palazzo comunale, dove negli ultimi anni sono stati accolti dai rappresentanti del Comune di Gorizia, la cui presenza viene contestata dall’organizzazione antifascista.
Un libro "La X Mas al confine orientale" che cerca di sanare una ferita aperta nella memoria italiana, ha detto Dario Mattiussi presentando l’opera, che si è acuita dopo l’affermazione di un certo relativismo storico, che sta riabilitando anche figure come i Marò.
Una ricerca, quella di Patat, che si è basata su documenti dell’epoca e sui processi del dopoguerra, che lo ha portato a ricostruire la storia della nascita della X Mas, delle sue azioni in questa zona ed infine dei processi del dopo guerra, che portarono gli imputati accusati di terribili violenze e torture ad essere condannati a pene lieve o assolti.
Una formazione quella della X Mas che sin dalla sua nascita agì autonomamente, agli ordine del generale Junio Valerio Borghese, utilizzando, anche prima di trasferirsi nell’Adriatische Kusteland, gli stessi metodi dei militari tedeschi che contemplavano paesi e case incendiati, rastrellamenti di massa, fucilazioni e torture.
Patat nella presentazione si è concentrato soprattutto sulle vicende a livello locale, ricostruendo il ruolo della X Mas nel complesso quadro del goriziano dove si muovevano attori ed interessi divergenti.
“Spero che il libro venga letto anche dagli amministratori pubblici di Gorizia”, ha concluso lo storico che si è augurato di aver fornito con il suo lavoro uno strumento per riportare ordine nella memoria di quegli anni e rimettere tutti i protagonisti al posto che gli confà.
Barbara Costamagna