Ci mancava solo la Raffaella nazionale, della quale echeggiavano le note di "Come è bello far l'amore da Trieste in giù", per benedire la parata dei diritti del Friuli Venezia Giulia che in questo torrido sabato pomeriggio ha animato le assolate vie di Trieste con circa sei mila persone venute a manifestare per i diritti LGBTQI, ma non solo.
"Siamo venuti qui a difendere i nostri diritti, a manifestare il fatto che siamo persone e che siamo uguali", ci spiega una quindicenne di Pordenone arrivata a Trieste con un gruppo di adolescenti queer, " io ho avuto la fortuna di essere cresciuta con la consapevolezza di ciò che è successo prima, e sapendo che ora come ora la cosa più importante da fare è ribadire che tutti devono avere gli stessi diritti che siano gay, immigrati, donne o che siano qualsiasi cosa".
Molte le famiglie, che i detrattori di questa giornata chiamerebbero "tradizionali", a condividere quella che nei giorni precedenti anche gli organizzatori hanno sottolineato voler essere una battaglia di tutti, facendo simbolicamente durante la parata delle soste in luoghi della memoria triestina in cui sono stati violati diritti di minoranze di ogni tipo.
"L'amore è uguale per chiunque ce l'abbiamo", ci spiega una giovane donna alla manifestazione con il marito e i loro due bambini, "e siamo qui oggi perchè voglio che i miei figli lo vedano".
Non sono sicuramente passate inosservate due giovani donne di Trieste e di Udine che hanno sfilato con tanto di velo.
"Ci sentiamo vicine a queste persone che non sono libere di essere quello che vogliono, quello che sono", dichiara Esma, una delle due ragazze, "noi siamo qui per la libertà, perché ognuno deve poter esprimere il suo essere nel limite del rispetto della libertà degli altri".
Se a Trieste, quindi, oggi i manifestanti erano tanti e i più diversi tra loro, provenienti da tutta le regione, assenti, invece le istituzioni, che potevano contare solo sulla presenza di quattro donne sindaco o assessori in rappresentanza dei comuni di Muggia, Tavagnacco, Aiello e Gradisca.
"Abbiamo accettato di partecipare come Comune", ci spiega l'assessore di Gradisca Francesca Colombi, "perché credo che sia un dovere istituzionale ricordare che va rispettata la costituzione italiana, che vanno rispettati i diritti e che bisogna fare tutto il possibile in questo momento molto critico sia a livello nazionale sia internazionale per calmare l'odio ed aiutare a convivere rispettando gli altri".
Una festa che ha raggiunto sicuramente numeri inaspettati, sancendo un successo per questa manifestazione che in FVG è solo alla sua seconda edizione.
Un vero e proprio trionfo per tutto il movimento ma soprattutto per la presidente dell'Arcigay triestina, Antonella Nicosia, che non poteva credere al numero dei partecipanti, molti dei quali si sono spostati in serata a Muggia per continuare i festeggiamenti al concerto organizzato per l'occasione, che vedrà come madrina la monfalconese Elisa.