Foto: Martegani
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I dati ufficiali calano, ma si tratterebbe solo di un cambiamento di percorsi e orari. È quanto emerge da un rapporto sui flussi di migranti che giungono in Italia attraverso la rotta balcanica, elaborato dall’International Rescue Committee (IRC) e da Diaconia Valdese (DV) a Trieste.
I dati ufficiali contrastano con quelli del rapporto, che ridimensiona il calo degli arrivi attraverso i Balcani: se infatti, secondo l’agenzia europea Frontex, nel 2024 gli arrivi dalla Rotta Balcanica sono diminuiti del 78 per cento rispetto al 2023 e lo stesso governo italiano ha dichiarato una riduzione del 48 per cento degli arrivi al confine italo-sloveno, attribuendola alla reintroduzione dei controlli di frontiera, secondo l’International Rescue Committee e la Diaconia Valdese la flessione sarebbe ben pià contenuta, pari al 16 per cento.
Secondo i due enti, le politiche più restrittive e i controlli alle frontiere non avrebbero bloccato i flussi, ma solo spinto le persone ad affrontare rotte più pericolose, a muoversi più velocemente, a nascondersi, a percorrere tragitti notturni più rischiosi e a pagare somme sempre più elevate ai trafficanti di esseri umani.
I dati invece non variano se si guarda alla situazione di Trieste, dove secondo il rapporto nel 2024 sono arrivate 14.000 persone. Fra queste ci sono minori non accompagnati, famiglie e donne sole “aiutate e supportate - dicono l’International Rescue Committee e la Diaconia Valdese - esclusivamente da organizzazioni non governative e volontari”.
I team di IRC hanno documentato “gravi rischi per i gruppi più vulnerabili, tra cui i minori stranieri non accompagnati che hanno dormito all’aperto per giorni”, e la situazione “è stata ulteriormente aggravata dalla rimozione di servizi essenziali come i bagni pubblici e i rifugi di emergenza notturni”, con un sistema di accoglienza in sovraccarico e tempi di attesa fino a 30 giorni per accedere all’ufficio immigrazione.
"Ogni notte, a Trieste – dice Alessandro Papes, Area Manager IRC a Trieste - decine di persone restano senza riparo, lottando per sopravvivere a temperature gelide. Incontriamo quotidianamente minori non accompagnati, e molti sono malati, esausti e a rischio di diventare vittime di violenza. Alcuni presentano ferite dovute a viaggi lunghi e pericolosi, altri sono così malnutriti da non riuscire a reggersi in piedi. Eppure, invece di essere protetti, vengono lasciati a dormire per strada, senza accesso ai beni di prima necessità."
“L'Italia – ha aggiunto - deve garantire il diritto legale di richiedere asilo sul proprio territorio e ampliare le vie di ingresso sicure, affinché nessuno sia costretto a rischiare la vita per cercare protezione. Una volta arrivati in Italia, le persone non dovrebbero essere lasciate nel limbo per settimane, dipendendo esclusivamente dalle associazioni locali per cibo, riparo e sicurezza. Senza un’azione urgente da parte delle autorità e finanziamenti adeguati, la sofferenza di queste persone continuerà a peggiorare, lasciando migliaia di loro in condizioni disperate. Inoltre, questa situazione avrà anche conseguenze più ampie: degrado urbano, maggiori tensioni sociali ed un crescente senso di insicurezza percepita."
Alessandro Martegani