È una vicenda interessante, quella dello sloveno nel Friuli Venezia Giulia. Considerato spesso, fino a non molti anni fa, una lingua in tutti i sensi minore, patrimonio identitario di una minoranza vista anch'essa non di rado con diffidenza, una volta divenuta lingua comunitaria con l'ingresso della Slovenia nell'Unione è stata promossa nella coscienza di molti italofoni a lingua meritevole di essere studiata a scuola accanto all'inglese (possibilità, questa, offerta da alcune scuole triestine, e riconosciuta dal Ministero italiano dell'Istruzione), o magari direttamente negli istituti di lingua slovena, che vedono infatti una crescente affluenza da parte di studenti non madrelingua. Eppure, nonostante l'accresciuto prestigio e le leggi di tutela, l'uso della lingua slovena nel Friuli Venezia Giulia è in crisi e ci sono preoccupazioni in merito alla sua tenuta. È uno dei tanti aspetti di cui si occupa il libro opera di alcune ricercatrici dell'Istituto sloveno di ricerche SLORI di Trieste, "Da sistema a simbolo. La lingua slovena in Italia tra linguistica, sociologia e psicologia", di M. Grgič, M. Kosic e S. Pertot (Aracne). Le cause evidenziate sono molteplici (non esclusa una certa tendenza all'automarginalizzazione) e i rimedi non facili da individuare. Certo è, come ha osservato la linguista Marina Sbisà durante la presentazione che si è svolta ieri all'Antico Caffè San Marco, che "se una lingua non acquisisce continuamente nuovi parlanti inevitabilmente si contrarrà, ed è importante sfruttare ogni occasione per impiegarla".
Ma la prospettiva del volume è, come si diceva, più ampia. Per lasciare la parola a una delle autrici, Susanna Pertot, dell'Università del Litorale, "un'introduzione alla ricerca nell'ambito del bilinguismo, le emozioni, l'uso delle lingue che il singolo parlante fa, gli aspetti identitari. Tutto ciò collegato all'esperienza dei parlanti della lingua slovena nel Friuli Venezia Giulia"
Rigoroso da un punto di vista scientifico, ma adatto anche a un pubblico largo, il volume ha anche il pregio di contestualizzare la situazione della minoranza slovena in Italia. Non un unicum, ma un problema locale che diventa un caso fra i tanti; ciò che è - per citare ancora la professoressa Sbisà - "in qualche modo rassicurante". (ornella rossetto)
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