Quasi 200 persone hanno partecipato alle celebrazioni dell’anniversario della morte di Nazario Sauro, italiano nato a Capodistria nel 1880, sotto l’impero austro ungarico, e impiccato a Pola dopo la condanna a morte da parte delle autorità austro-ungariche nel 1916, per essersi arruolato nella regia marina italiana.
Il programma tradizionale è stato ridimensionato a causa delle regole di prevenzione dal Covid-19, non c’è stata la tradizionale messa, sostituita da una benedizione del cippo dedicato a Nazario Sauro al Parco della rimembranza, seguita dalla cerimonia solenne nel piazzale Marinai d’Italia sulle rive di Trieste, di fronte alla statua che lo ricorda.
Nazario Sauro è da sempre un simbolo dell’irredentismo italiano: medaglia d’oro al Valor Militare alla Memoria, per aver deciso di combattere per l’Italia, e di sacrificarsi dopo esser stato catturato dagli austriaci, dopo 60 missioni, in seguito al naufragio del sommergibile Pullino.
Nel suo intervento il presidente del Comitato Onoranze Nazario Sauro, Fulvio Sluga, ha sottolineato come quella di Nazario Sauro sia un figura cara a tutti gli italiani: “Questa – ha spiegato - è una cerimonia che simboleggia il sacrificio di tantissimi italiani di questa terre, Giuliane, istriane e dalmate, che nella prima guerra mondiale decisero di partire volontari per l’Italia per riaffermare il principio del diritto storico, e non solo di queste terre, di poter tornare a essere italiane”.
“Credo - ha aggiunto - che quella di Nazario Sauro sia una figura ancora attuale, a più di 100 anni dalla sua morte, perché la differenza che c'è tra essere gente ed essere popolo sta proprio nel mantenere l’identità storica e la memoria, e Nazario Sauro rappresenta la memoria di chi ha sacrificato la propria vita perché il tricolore potesse sventolare su questa terre”.
Nel corso della cerimonia, che ha visto la partecipazione di associazioni combattentistiche e sportive, ha preso la parola anche il sindaco Roberto Dipiazza che, ringraziando i cittadini per la presenza, ha ricordato come figure come quella di Nazario Sauro siano un esempio di rispetto dei valori fondamentali, come “la patria, la famiglia, il lavoro, il senso civico e l’educazione”. È con questo spirito, ha aggiunto, che “Trieste, la città più italiana d’Italia, è ripartita dopo la grande difficoltà vissuta a causa della pandemia”.
Presente, accanto alle altre autorità e rappresentanti delle organizzazioni degli esuli, anche la senatrice del Pd Tatjana Rojc, che al termine della cerimonia ha sottolineato come, Nazario Sauro abbia “pagato con la vita la coerenza e la fedeltà ai valori dell'appartenenza alla madrepatria, anteponendo dunque il bene comune al bene individuale”. “Ricordiamo con lui il compimento dell'Unità nazionale, - ha aggiunto - ma anche la strage scatenata da una guerra che ha messo i popoli uno contro l'altro e sconvolto l'Europa, aprendo tra le genti adriatiche una troppo lunga stagione di rancore e sofferenza”. “L'omaggio a chi diede la vita per un alto ideale – ha concluso - si accompagna al conforto di vivere in un'epoca che ha saputo capire e compatire, trasformando in mare di pace, di fratellanza, quello che fu detto l'amarissimo Adriatico".
Alessandro Martegani
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