Il gruppo ucraino Metinvest dopo molti approfondimenti ha deciso di bocciare la realizzazione del laminatoio alle Noghere, l'impianto per la lavorazione a caldo dell'acciaio che doveva essere collocato sui terreni nei pressi di Aquilinia.
Una scelta che rappresenta un duro colpo per lo sviluppo industriale ed economico locale, con il mancato arrivo di un investimento da 700 milioni di euro e soprattutto di circa un migliaio di posti di lavoro, tra impiego diretto e indotto.
Dall'altra società coinvolta nel progetto, l'acciaieria Danieli di Udine, che si era impegnata a fornire i macchinari per la nuova fabbrica e quindi partecipare con quote di minoranza al progetto, trapela la notizia che non si tratterebbe di un no definitivo, ma in questo momento le due proprietà valutano ancora troppo precaria la condizione del sito, a causa dei livelli di inquinamento dei terreni e delle difficoltà per l'approvvigionamento di energia elettrica.
Proprio la questione delle bonifiche risulta essere quella più complessa, visto che dalle relazioni tecniche preliminari è risultato che servirebbero almeno cinque anni per portare a compimento tutti i lavori necessari. Le fondamenta dello stabilimento avrebbero richiesto scavi molto profondi, è allo stato attuale non è dato sapere quali siano le condizioni del terreno così a fondo.
La Metinvest è stata inoltre scoraggiata dall'assenza di impianti elettrici nei pressi dell'area adibita alla costruzione dell'impianto e dalla necessità di reaizzare un terminal marittimo ad uso esclusivo del laminatoio.
La Regione Friuli-Venezia Giulia e l'Autorità Portuale hanno ribadito la volontà di voler accelerare le pratiche e di sostenere le agevolazioni per fare in modo di non perdere questo possibile investimento, che pare sempre più improbabile.
Davide Fifaco