La partenza per Bruxelles di Anna Maria Cisint non ha calmato le acque riguardo il contenzioso messo in piedi dalla ex prima cittadina di Monfalcone con i due centri islamici presenti in città. Nonostante i suoi nuovi impegni, la Cisint non molla la presa e lo scorso 7 agosto ha reso noto che la giunta comunale ha approvato la presentazione di un ricorso al Consiglio di Stato nei confronti delle sentenze del Tar riguardanti «i provvedimenti emanati dal Comune di Monfalcone per la chiusura dei due centri culturali islamici dopo l’accertamento che operavano al di fuori delle norme urbanistiche e del rispetto dell’incolumità pubblica». Un modo questo, secondo lei di difendere, «dopo tutte le cause subite, la cittadinanza e il rispetto della legalità rivolgendosi esso stesso al Giudice Amministrativo a tutela dell'interesse collettivo».
I ricorsi riguardano i due centri Baitus Salat e Darus Salaam e intendono dimostrare la correttezza dell’azione che si sta portando avanti da mesi volta secondo il Comune per garantire ai monfalconesi «le necessarie condizioni di legalità e sicurezza». Si ribadiscono poi le motivazioni che hanno portato alla chiusura delle due associazioni che avrebbero utilizzato «gli immobili in modo difforme da quanto stabilito dal piano regolatore e da quanto consentito per le loro caratteristiche costruttive e funzionali ha riflessi insostenibili in termini di incolumità pubblica, non solo per chi li frequenta, ma per l’intera comunità per i problemi di accessibilità e vivibilità urbana che si determinano nell’intero comprensorio nei momenti di maggior affollamento».
Barbara Costamagna