“La pandemia non è finita: il numero di contagi è ancora molto alto e non dobbiamo far passare il messaggio che la zona gialla sia un liberi tutti, anzi, dobbiamo utilizzare ancora maggiori cautele, perché le occasioni di aggregazione e d’incontro aumentano: lo dico con estrema chiarezza perché possiamo passare dalla zona gialla alla zona rossa in modo rapidissimo e il sistema sanitario è ancora estremamente sotto stress”.
Non festeggia Massimiliano Fedriga dopo la conferma del passaggio del Friuli Venezia Giulia in area gialla: i dati hanno premiato la gestione dell’amministrazione regionale, che ha effettuato un numero di tamponi doppio rispetto a regioni con la stessa dimensione, riportando, nonostante l’alto numero di positivi, l’indice Rt sotto l’uno, con un sistema sanitario che tiene nonostante sia messo a dura prova soprattutto in Friuli, ma la battaglia, hanno detto il governatore della regione e l’assessore alla salute Riccardo Riccardi, “è tutt’altro che finita”.
Anche per questo la regione emanerà una nuova ordinanza che impone ulteriori restrizioni rispetto a quelle previste per l’area gialla: limiti più stringenti alle presenze nei negozi, che dovranno esporre chiaramente il numero delle persone che possono entrare contemporaneamente nei locali, e dalle 11 alle 18 le consumazioni in bar e ristiranti, riaperti da domani, potranno avvenire solo al tavolo. Ci sono poi delle raccomandazioni per l’istituzione di una fascia protetta nei negozi per gli over 65, e ad evitare di andare a casa di non conviventi, e non usare i trasporti pubblici se non in caso di necessità.
L’arma più importante contro il virus rimangono però il buon senso e il rispetto delle misure da parte dei cittadini: “La situazione rimane estremamente delicata – ha detto Fedriga - non siamo fuori pericolo, ci siamo in mezzo e non c’è nulla da festeggiare, dobbiamo tenere un comportamento rigoroso. Ringrazio tutti per i sacrifici che sono stati fatti e che si stanno facendo, ma è fondamentale continuare a difenderci a vicenda”.
Il governatore ha però ribadito la contrarietà al blocco della circolazione fra comuni ordinato dal governo italiano il 25 e 26 dicembre e a capodanno. Si tratta di una misura, ha detto, che non serve a molto, visto che i giorni precedenti si può circolare liberamente all’interno delle regioni, e che crea delle disparità evidenti. Avere un ristorante nel comune di Roma, ha spiegato, non è la stessa cosa che averlo in un piccolo paese, dove si conta proprio sulla clientela che giunge dall’esterno del territorio comunale. “Spero che il governo accetti la proposta delle regioni, e modifichi la normativa, consentendo almeno lo spostamento sui territori provinciali”. “Soprattutto – ha aggiunto - ci vogliono misure comprensibili da parte di tutti i cittadini: è l’unico modo per ottenere la collaborazione, che è fondamentale per vincere questa battaglia”.
Fedriga ha poi concordato con la decisione di Roma d’inserire anche la Slovenia fra i paesi dell’elenco C, provenendo dai quali è necessario fare un tampone entro 48 ore dall’ingresso in Italia: “Se non l’avesse fatto il governo, ha detto, avrei pensato a un’ordinanza regionale. Queste regole però bisogna farle rispettare. Non abbiamo forze di polizia regionali per pattugliare i confini, e ci auguriamo che ci siano i necessari controlli”.
Riguardo alla tenuta del sistema sanitario Fedriga e Riccardi, ringraziando il personale per lo sforzo che sta facendo, hanno sottolineato come ci sia stato un aumento di posti letto di 400 unità negli ultimi due anni, dopo un calo di 700 nella precedente amministrazione, posti che, ha detto Riccardi, ci avrebbero fatto comodo ora. Riguardo il personale, ha aggiunto, il problema più che nel reclutamento, sta nella formazione, che richiede inevitabilmente molto tempo.
Alessandro Martegani
Suggerimenti
Nessun risultato trovato.
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca