Avrebbe dovuto essere uno strumento per informare e prevenire i rischi di aggressioni e abusi sessuali e invece non ha fatto che innescare accuse di sessismo nei confronti del comune di Cividale del Friuli.
L’amministrazione comunale guidata dalla sindaca di centro destra Daniela Bernardi aveva infatti diffuso nelle scuole un opuscolo dal titolo "Prevenire le aggressioni, combattere la violenza", ma il contenuto ha immediatamente scatenato le reazioni degli studenti, che hanno sottolineato come gran parte delle raccomandazioni fossero incentrate sui comportamenti che le donne dovrebbero tenere nei luoghi pubblici, lasciando intendere che alla base delle aggressioni e delle molestie ci sia il modo di vestire o di camminare delle vittime.
All’interno dell’opuscolo, si invitano le donne a "Non guardate insistentemente e non fate commenti indirizzati all’altrui ragazza o ragazzo, né sorrisi ironici o provocatori a sconosciuti", non indossare gioielli o abiti troppo eleganti o vistosi', aggiungendo che "alcuni studi hanno messo in evidenza che talvolta l'abbigliamento eccessivamente stravagante o succinto ha richiamato l'attenzione di persone particolarmente violente che avevano travisato l'intenzione della vittima".
La sindaca aveva sottolineato come l’opuscolo venga diffuso già da tre anni, invitando i ragazzi a riflettere, ma la reazione non si è fermata: i consiglieri regionali di opposizione hanno considerato le frasi del testo diffuso “inaccettabili e diseducative, e l'assemblea degli studenti del Convitto Nazionale Paolo Diacono di Cividale del Friuli ha deciso di chiedere un’audizione alla sesta Commissione del Consiglio regionale del Fvg per discutere di "percorsi di educazione all'affettività e alla sessualità" e sollecitare l'istituzione di un tavolo "ufficiale" di confronto con i movimenti studenteschi, per ascoltarne le esigenze e raccoglierne le proposte. Domani ci sarà un incontro anche con la sindaca Daniela Bernardi, l'assessore comunale alle Politiche sociali, Catia Brinis, e la società che ha realizzato su incarico del Comune i testi. Il caso, che ha avuto eco nazionale, è finito anche nelle storie Instagram di una delle influencer più conosciute e potenti, Chiara Ferragni, che, contesta i contenuti dell’opuscolo.
Alessandro Martegani