Si è tenuta al Centro Culturale Veritas una partecipata conferenza sul tema dell'Ungheria di Viktor Orbán. Moderato da Simone Benazzo, collaboratore di Limes, l'incontro ha ospitato Marco Bresciani, docente di Storia Contemporanea all'Università di Firenze e Stefano Bottoni, docente di Storia dell'Europa Orientale, sempre all'Università di Firenze, ed autore del libro “Orbán. Un despota in Europa”.
Viktor Orbán da oltre vent'anni sta caratterizzando la politica dell'Ungheria, da quando il Paese stava cercando di operare la transizione dal sistema comunista a quello capitalista, passando per la terribile crisi economica del 2008-2009 quando l'impianto finanziario magiaro crollò, dopo la crisi dei mutui in franchi svizzeri.
Orbán in questi anni si è dimostrato un maestro delle tecniche politiche, riuscendo ad ottenere sempre un grande consenso elettorale.
Stefano Bottoni, attento analista di questa controversa figura, ci spiega perché nel suo testo definisce “despota” il Primo Ministro ungherese: “sì, despota vuole essere anche una definizione un po' provocatoria nei confronti del lettore, per invitarlo a riflettere sul fatto che ci sono diversi tipi di dispotismo. Ci sono dispotismi aperti, dispotismi apertamente repressivi, violenti, che usano la repressione di massa, la violenza fisica. Quello di Orban, naturalmente, non è nulla di tutto questo; per ora è un dispotismo molto soffice, in un certo senso anche molto avvolgente. Il sistema di Orban dà la possibilità a molti di riconoscersi in esso, non perseguita apertamente chi non lo fa o chi si mette contro al sistema, ma sempre di più lo emargina dalla vita economica, dalla vita sociale, dalla vita culturale e quindi, praticamente, crea i presupposti di una società chiusa, di una società di eletti. Al di fuori di questa particolare realtà c'è un gran numero di persone che potrebbe essere tentato dall'opposizione politica, ma fino ad ora non hanno trovato un coagulante, non hanno trovato un fattore di unione. Soprattutto non hanno trovato, nei partiti di opposizione, un'idea alternativa di Ungheria, un'idea che invece Orban ha e che è in grado di spiegare, in una trasmissione televisiva, in un discorso di due minuti e di essere capito da buona parte della popolazione”.
Davide Fifaco