A poche ore dal ritorno in città del presidente Sergio Mattarella e dell’ex presidente Borut Pahor, per ricevere una laurea honoris causa collegata alla storica stretta di mano di fronte ai luoghi della memoria, rimane in primo piano a Trieste il caso del viaggio della Memoria a cui hanno partecipato alcune classi di 15 scuole superiori di Roma.
Nel programma della visita, realizzato in collaborazione con l'associazione ANVGD (Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia), erano stati inseriti, come riportato dal Primorski Dnevnik, accanto a luoghi come la Foiba, anche il monumento ai quattro fucilati sloveni a Basovizza e il Narodni dom, scatenando la reazione di esponenti della destra come i senatori Roberto Menia e Maurizio Gasparri, che avevano contestato la presenza dei due luoghi nel programma, parlando di mistificazione della storia.
Al monumento ai fucilati sloveni e al Narodni Dom c’è comunque andata, pur senza i ragazzi, una delegazione del comune di Roma, accolta da Štefan Čok, storico della biblioteca slovena a Trieste: “Nel mio lavoro, - spiega - mi capita molto spesso d’incontrare al Narodni Dom e a Basovizza, gruppi che provengono sia dall'Italia, sia dalla Slovenia, sia da altri paesi, e le nostre porte sono sempre aperte, perché crediamo nella necessità del confronto, nella necessità di spiegare perché quei luoghi siano importanti. Dispiace che una cosa che dovrebbe essere normale, diventi poi oggetto di polemica, e dispiace ancora di più in considerazione di ciò che avverrà domani, quando il presidente Mattarella e l'ex presidente Pahor verranno nuovamente nella nostra città e riceveranno un importante riconoscimento, proprio in relazione a eventi che sono direttamente collegati a quei luoghi, la Foiba e il monumento ai fucilati”.
“Ogni gesto di riconciliazione, l’ho anche detto nei giorni scorsi sia al Narodni dom sia al monumento ai fucilati, può essere liberamente criticato, perché viviamo in una società democratica in cui, fortunatamente, il diritto di critica è un presupposto fondamentale, vale per l'Italia che ha la sua Costituzione, vale per la Slovenia, vale per qualsiasi altro paese, ma oltre a questa critica c'è anche da chiedersi, e questa è la parte della responsabilità, che cosa un gesto simile produca, e da questo punto di vista penso che il percorso che le presidenze delle Repubbliche (perché vorrei ricordare anche il passaggio 2010 con il concerto dei tre presidenti con Napolitano, Turk e Josipovic), hanno fatto per cercare di contribuire a una situazione di pace fra i popoli che vivono in questi territori, non sia una cosa di poco conto”.
Ma la vicenda del viaggio della memoria di questa settimana è solo un episodio, oppure c'è un tentativo di rimettere in discussione la spinta che i due presidenti hanno dato?
“Sinceramente non lo so, ma registro che quella spinta e il fatto stesso che l'Università di Trieste abbia voluto conferire una laurea ai due Presidenti, siano una cosa che è largamente condivisa da questi territori. Fra l'altro, aggiungo anche che non è neanche direttamente legata agli schieramenti politici: anche il sindaco di Trieste ha più volte ricordato positivamente l'azione dei presidenti, per cui mi pare che andare a creare contrapposizioni su questo sia paradossale”.
Alessandro Martegani