Lo stato di emergenza è un atto del Governo e si farà quando avremo le idee chiare sulle misure da adottare.
È la risposta indiretta del Capo della Protezione civile italiana, Fabrizio Curcio, al governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga che ieri, riguardo la siccità, aveva affermato che fra pochi giorni o settimane, se le cose non cambiassero, verrebbe proclamato lo stato di emergenza.
Fedriga aveva detto di essersi confrontato assieme alle altre regioni, della cui Conferenza è presidente, con il Capo della Protezione Civile, che parlando con la stampa a margine di un evento a Sgonico, nei pressi di Trieste, ha ricordato che la dichiarazione dello stato di emergenza spetta al governo.
“Stiamo lavorando con le Regioni e le amministrazioni centrali - ha ricordato Curcio - per definire i requisiti per un'eventuale stato di emergenza ma – ha detto - il tema non è la sua attivazione”, piuttosto “le misure che si possono prendere in queste situazioni”.
Curcio riguardo il razionamento dell'acqua, ha anche ricordato come in alcuni bacini e acquedotti della penisola si stia già facendo un po' di razionamento: “Sono settimane – ha aggiunto - che in qualche caso qualche acquedotto non è in grado di fornire acqua con continuità”.
Proprio in queste ore il governo italiano starebbe preparando un decreto per affrontare le carenze dell’approvvigionamento idrico e la salvaguardia del comparto agricolo.
In Friuli Venezia Giulia il Consorzio di Bonifica Pianura Friulana ha stabilito la riapertura degli impianti di irrigazione, dopo aver ricordato che le piogge cadute nei giorni scorsi hanno esaurito il loro effetto benefico sulla siccità in regione.
Alessandro Martegani