È durata per tutta la giornata la parata finale della 94 esima adunata degli Alpini a Udine. Per la quarta volta il capoluogo friulano ha ospitato il raduno di uno dei corpi militari più conosciuti in Italia, accogliendo più di 80 mila alpini e un totale di quasi 300 mila persone in quattro giorni.
Ovunque in città erano state esposte bandiere tricolore, striscioni di benvenuto, simboli degli Alpini e anche i negozi hanno allestito vetrine a tema. La città ha accolto le penne nere con affetto, in alcuni casi non esitando ad aprire i giardini privati, oltre ai parchi e ai parcheggi, per consentire agli Alpini di piantare le tende e parcheggiare i camper. Le vie principali sono state animate anche da chioschi e tavoli per consentire la ristorazione delle centinaia di migliaia di persone giunte in città.
Anche il momento più complicato, la grande parata, non ha fatto registrare eccessivi problemi, nonostante la pioggia, scesa per tutto il giorno, e il numero delle persone coinvolte: per consentire la sfilata e i concentramenti, il traffico era stato bloccato in tutto il centro, raggiungibile solo con i mezzi pubblici, e la presenza delle varie associazioni regionali era stata distribuire su tutta la giornata, fatto che ha anche facilitato il deflusso tramite la ferrovia e le navette che collegavano la città con i parcheggi.
Ad aprire la sfilata è stata la stessa premier Giorgia Meloni, che ha percorso a piedi un breve tratto fino a piazza Primo Maggio, dove era stato allestito il palco delle autorità, salutando la folla giunta numerosa lungo il percorso. Meloni, una volta preso posto accanto al ministro Luca Ciriani, e al presidente della regione Massimiliano Fedriga, non ha mancato di applaudire le varie rappresentative, anche quella dei partigiani, indossando a lungo anche il tipico cappello da alpino con la penna nera, e ha sottolineato il parallelismo fra l’affetto del paese per gli Alpini e l’amor di patria:
“La cosa importante – ha detto – è che questa nazione ha la consapevolezza di sé stessa, del suo valore, del suo legame con il principio dell'appartenenza e della patria. Se c'è un posto dove questo si respira è qui: oggi è giorno della festa della mamma, e dopo la mamma ci sono gli Alpini come famiglia: non si poteva mancare. C'è bisogno di momenti come questi”, ha dichiarato la premier.
Fra gli altri, hanno sfilato anche il ministro della difesa, Giudo Crosetto, anch’egli alpino, che ha scortato il labaro nazionale del corpo che ha aperto la sfilata, il sindaco di Udine Felice De Toni, e il generale Alessio Figliuolo, responsabile della gestione della campagna vaccinale nel corso della pandemia, a Udine alla guida della sezione ANA della Basilicata.
Sul palco sono arrivati nel corso della giornata anche il governatore del Veneto Luca Zaia, per salutare la delegazione della sua regione, che ha marciato nel pomeriggio come quella del Friuli Venezia Giulia, e il presidente del Senato, Ignazio la Russa, che ha rilanciato l’idea, appoggiata anche da Crosetto e Meloni, di ripristinare il servizio militare, anche se su base volontaria e limitato a 40 giorni. L'obiettivo, secondo La Russa, è anche quello di “rimpinguare le associazioni d'arma, come l’ANA, che senza la leva vanno naturalmente invecchiando fino a esaurimento”.
Per tutto il giorno le 80 mila penne nere sono passate di fronte al palco di piazza Primo Maggio. Fra le varie rappresentative, che hanno sfilato per tutto il giorno, la più numerosa è stata quella della città di Bergamo, ma ad aprire le presenze sono state le rappresentative storiche, con divise
e mezzi d’epoca, le portatrici carniche, e anche delegazioni dall’estero, fra queste anche uan delegazione dei soldati di montagna della Slovenia. Presente fra i primi gruppi della mattina le sezioni dell’ANA di Zara, Pola e Fiume.
In testa anche lo striscione contro le molestie sulle donne, un tema su cui l’Associazione nazionale Alpini si è impegnata accanto al comune di Udine dopo gli spiacevoli episodi
che avevano caratterizzato l’adunata dello scorso anno a Rimini e che, come confermato dal sindaco De Toni, non si sono ripetuti a Udine.
Alessandro Martegani