La scuola è iniziata da 48 ore e già si moltiplicano i casi di chiusure e isolamenti, anche in Friuli Venezia Giulia. Dopo la scuola di Gorizia, chiusa per un caso di positività al Covid 19 di un insegnante in attesa del risultato dei tamponi a 50 persone fra bambini e genitori, anche a Trieste un alunno della scuola primaria "Gaspardis" è risultato positivo, con la necessità di porre in isolamento fiduciario tre insegnanti e 21 compagni di classe. L'istituto ha già sanificato gli ambienti, riprendendo le lezioni in presenza per gli altri scolari.
Altri casi sono stati registrati in Friuli: 16 bambini di una scuola d’infanzia di Cervignano sono stati sottoposti a tampone dopo che un loro compagno era risultato positivo al coronavirus, mentre a Carlino è stata chiusa in via precauzionale una sezione della scuola dell'infanzia dopo la scoperta di un caso di Covid-19 in un bambino che aveva manifestato una sindrome influenzale. L'intera sezione e l''insegnante di riferimento sono stati posti in quarantena preventiva, in attesa della diagnosi.
Casi che sono destinati probabilmente a moltiplicarsi, mentre ci s’interroga su come limitare i contagi e le conseguenti interruzioni delle attività per intere classi.
Non mancano iniziative autonome, come quella del Piemonte che aveva disposto la misurazione della temperatura all’ingresso a scuola, entrando in contrasto con il governo che invece ha affidato l’operazione alle famiglie.
L’esecutivo nazionale aveva fatto ricorso al tribunale amministrativo, che però per ora ha dato ragione alla regione Piemonte respingendo la richiesta di sospensiva d'urgenza della delibera, avanzata dai ministri Azzolina e Speranza.
Le scuole piemontesi continueranno dunque a misurare la febbre agli studenti almeno fino al 14 ottobre, quando il ricorso sarà discusso. Secondo il Tar l'ordinanza regionale non sovverte quanto stabilito dallo Stato, ma lo integra, e il rischio sanitario era comunque tale da giustificare provvedimenti straordinari.
Alessandro Martegani