L’Università di Trieste si avvia al secolo di vita, con molti progetti di sviluppo e qualche preoccupazione. Il magnifico rettore dell’Ateneo triestino, Roberto Di Lenarda, ha aperto il 99 esimo anno accademico dell‘Università del capoluogo giuliano, una realtà che conta 17 mila iscritti, e che il prossimo anno compirà un secolo di vita.
Superato il periodo buio della pandemia, l’ateneo, guarda al futuro con la decisa intenzione di aumentare i propri progetti e investimenti. Fra le iniziative a breve e medio termine un piano di espansione edilizia, con investimenti per 50 milioni che porteranno l’Università, in parte già diffusa in città, fino ai nuovi padiglioni del Porto Vecchio, ma anche la modernizzazione delle strutture già esistenti. Il Pnrr nei prossimi anni metterà a disposizione dell’Ateneo ingenti finanziamenti, un’occasione, hanno detto il Rettore e anche l’assessora regionale Alessia Rosolen, che l’Università non può permettersi di mancare.
Soprattutto però, ha specificato il Rettore, l’Ateneo intende migliorare sempre di più il rapporto con gli studenti e l’offerta formativa, con la consapevolezza che l’interscambio personale e le lezioni in presenza sono fondamentali, e che in futuro, nonostante in questi anni le inscrizioni siano in aumento, il calo demografico (nel 2042, quando si iscriveranno i nati quest’anno, i diciannovenni italiani saranno poco più di 400mila, il 30 per cento in meno rispetto ad oggi) porterà a una riduzione della platea di possibili studenti:
“Per fortuna – spiega Di Lenarda - noi non abbiamo un calo degli iscritti, ma un aumento che dalla media dal pre pandemia è diventato quasi più del doppio della media nazionale, però in prospettiva, nei prossimi anni, sicuramente il tema si porrà. Le soluzioni come sempre non sono univoche: ricordiamo che in Italia si diploma un numero relativamente piccolo alle scuole superiori, per cui il primo sforzo sarà aumentare i diplomati; un secondo sforzo sarà capire perché solo metà dei diplomati s’iscrivono alle scuole a un livello superiore , ma dobbiamo lavorare anche sugli abbandoni, perché fra il primo e il secondo anno in Italia il 20 per cento decide di lasciare, e in generale sull'aumento di attrattività anche all'estero. Noi oggi abbiamo nel post laurea più del 10 per cento dei ragazzi che vengono dall’estero, e nel pre laurea fra il 7 e l’8 per cento. È ovvio che essendo una terra di confine, confidiamo di poter aumentare ulteriormente. Per fare questo stiamo andando avanti cercando di implementare l'offerta didattica in inglese”.
L’Università ha poi aggiunto, il Rettore, ha investito molto sul supporto psicologico per gli studenti e il personale nella fase post pandemica: “Stare vicino ai nostri ragazzi – ha detto - è un dovere”.
Nel corso della cerimonia ha preso la parola, in videocollegamento, la ministra dell’università Anna Maria Bernini, che ha sottolineato come l’università e la formazione debbano essere “il detonatore per la crescita del futuro”, ma per far questo, ha aggiunto, è necessario gestire e semplificare procedure molto complesse e utilizzare bene i fondi del Pnrr.
Sia Di Lenarda, sia l’assessora Rosolen, nel corso della cerimonia hanno annunciato il via libera da parte della Commissione europea alla Valle dell’Idrogeno del Nord Adriatico. Si tratta di un progetto presentato unitamente da Regione Friuli Venezia Giulia, Slovenia Croazia e dall’Università di Trieste in collaborazione con quella di Udine, che punta alla realizzazione d’impianti per la produzione, stoccaggio e distribuzione d’idrogeno verde, una delle fonti energetiche green del futuro, e che vede proprio nell’Università di Trieste un centro di eccellenza.
La proposta, come annunciato dalla Commissaria europea per l’Innovazione, ricerca, cultura, istruzione e giovani Mariya Gabriel, è stata ammessa alla fase di preparazione del “Grant Agreement” che stabilirà nei prossimi mesi l’esatta destinazione e distribuzione del finanziamento. L’Ateneo triestino si occuperà dello sviluppo di strumenti e modelli matematici a supporto della progettazione e della gestione degli impianti, oltre che dell'attivazione di percorsi formativi dedicati alle nuove figure professionali richieste dall'utilizzo delle nuove tecnologie.
Alessandro Martegani