L’emergenza non è finita, ma dobbiamo passare dalla fase dei divieti, a una riapertura totale, anche del confini, seguendo delle regole.
Massimiliano Fedriga è visibilmente soddisfatto dai risultati ottenuti dalla trattativa con il governo. Quella che attende il Friuli Venezia Giulia a partire da dopodomani, ha spiegato, è una ripresa generalizzata: si potrà fare praticamente tutto all’interno della regione, perché fino fine mese non sono ancora consentiti gli spostamenti al di fuori delle regioni, ma seguendo delle regole di protezione.
Il governatore ha illustrato i protocolli decisi per tutte le attività come ristoranti, bar, servizi alla persona, negozi, ma anche spiagge e palestre: sarà fondamentale rispettare le distanze e le norme igieniche, indossare le mascherine quando possibile, assumere comportamenti responsabili, ha detto, “che evitino una ripresa dei contagi e un ritorno a nuove restrizioni”.
“L’obiettivo è tutelarci a vicenda, - ha aggiunto -: dobbiamo riaprire proteggendoci a vicenda, e continuare come abbiamo fatto fino ad oggi. Ricominciare la nostra vita ordinaria ma con nuove regole”.
Riguardo la riapertura dei confini Fedriga ha confermato il ritorno alla normalità a inizio giugno, una decisione che ha visto anche il coinvolgimento delle regioni: “Io stesso ne ho parlato con le autorità di Lubiana, – ha spiegato – e da parte di entrambi c’è volontà di riprendere soprattutto adesso che le attività economiche anche nel nostro territorio riaprono. È chiaro che non è una decisione che prendiamo noi unilateralmente come regione, anzi noi competenze dirette su questo non abbiamo, d’altra parte io sono favorevole a un ritorno alla normalità”.
La riapertura decisa dalla Slovenia, con un paio di settimane di anticipo, ha influito sulla decisione di Roma?
“Io non credo: riapriamo noi così come riaprono loro, di fatto non vedo differenze. È chiaro che una mia preoccupazione di riaprire i confini se ci fosse stata una disparità rispetto all'attività economica dall’altra parte c'era, perché voleva dire portare semplicemente le persone a fare acquisti dall’altra parte, si sarebbe tradotto in questo. Quando invece c'è una simmetria nella ripresa delle attività economiche, è giusto arrivare al più presto alla riapertura dei confini.”
Sul tema dei migranti lei è stato piuttosto deciso, ha detto che devono tornare da dove vengono…
“Non è più accettabile che entrino immigrati irregolari nel nostro territorio, soprattutto in questa fase. Noi non siamo in grado di gestire l'emergenza sanitaria, gestendo anche gli immigrati regolari che arrivano, con le necessità sanitarie che ci sono per i controlli. Ho detto al ministro con chiarezza, e credo ci sia condivisione su questo da parte del ministero degli interni, che bisogna fare le riammissioni in Slovenia o nel paese da cui vengono, ma noi non possiamo tenerli. Non sto a discutere su dove li mettiamo: non devono entrare, e se entrano bisogna rimandarli indietro”.
Alessandro Martegani