È partita anche in Friuli Venezia Giulia, regione di accesso all’Italia per la maggior parte dei cittadini ucraini che cercano rifugio dalla guerra, la manifestazione di solidarietà e l’organizzazione di aiuti destinati all’Ucraina.
Nonostante i numeri non siano ancora importanti, e ben pochi di coloro che arrivano chiedano asilo o un aiuto materiale, le amministrazioni pubbliche si stanno confrontando per mettere a punto un piano e far fronte a un eventuale aumento dei profughi.
Il vicegovernatore Riccardo Riccardi ha partecipato al Consiglio delle autonomie locali, assicurando che la regione intende fare la propria parte ma, ha aggiunto, “dobbiamo assolutamente evitare sovrapposizioni: l’eccessiva generosità non deve creare confusione”.
Riccardi ha chiesto alle amministrazioni locali di portare avanti esclusivamente iniziative di solidarietà che gli enti locali sono in grado di governare dall’inizio alla fine, perché, ha spiegato “la generosità non può diventare un problema, e in questa fase è essenziale concentrarsi solo su iniziative che possano dare risposta alle effettive esigenze e necessità”, utilizzando per eventuali donazioni la campagna di solidarietà già attivata dalla Croce rossa italiana, dall'Unicef e da Unhcr.
Fra le ipotesi al vaglio anche la realizzazione da parte della Protezione civile regionale di un campo in Polonia per ospitare 250 sfollati, e l’uso della sede di Palmanova della Protezione civile come centro di smistamento per i dispositivi sanitari e i farmaci raccolti in tutta Italia.
La comunità ucraina di Trieste intanto ha organizzato una raccolta di generi di prima necessità che ha visto la partecipazione di moltissimi triestini che hanno raggiunto la chiesa in via Besenghi, attendendo il proprio turno per lasciare vestiti, cibo e medicinali. Tutto viene impachettato ed etichettato dai volontari della comunità ucrania,e poi consegnato ai furgoni della Croce rossa che si occupa di distribuire il marteriale alla popolazione nelle aree di guerra.
Nonostante gli inviti a non disperdere le iniziative, sottoscrizioni e raccolte di fondi, generi alimentari, sanitari, e vestiario si moltiplicano in tutta la regione. Anche molti privati cittadini hanno lanciato raccolte e sottoscrizioni, utilizzando soprattutto i social, ma in molti casi non è chiaro come il materiale raccolto sarà portato a destinazione e a chi sarà consegnato.
Le iniziative si nascono anche a livello nazionale da parte di vari enti come il Corpo Italiano di Soccorso dell'Ordine di Malta, che ha lanciato e lancia la campagna di raccolta fondi a favore delle persone in fuga dall'aggressione militare russa, e anche l’Associazione Italiana Alberghi per la Gioventù ha proposto di mettere a disposizione gli Ostelli per la Gioventù “delle migliaia di profughi attesi nel nostro Paese in fuga della guerra Ucraina”.
Alessandro Martegani