Il capogruppo regionale di Fratelli d'Italia, Claudio Giacomelli, insieme ad una rappresentanza del partito, nelle scorse ore ha dichiarato che la restituzione del Narodni dom alla comunità slovena è “una premiazione di un supposto danno di 100 anni fa, per immobili del valore di 25 milioni di euro, comprensivo di risanamento e trasloco a carico dello Stato" ed ha aggiunto “È incredibile un gesto del genere in un momento storico nel quale regione, stato e comune escono economicamente distrutti dalla emergenza sanitaria” Giacomelli ha inoltre chiesto alla comunità ed al governo sloveni di spostare piuttosto l’attenzione sul "tema della rotta balcanica, in un paese che in emergenza ha messo i massi ai confini". A queste esternazioni le organizzazione slovene Skgz e Sso hanno risposto inviato una lettera al Ministro degli Interni esprimendo la disponibilità a diventare proprietari dello stabile. Ksenija Dobrila, presidente regionale della Skgz precisa che: “come in tutte le questioni di questo mondo nessuna viene condivisa al 100% da tutte le persone. Ci sono sempre delle frange che vedono, anche nei progetti più nobili e dedicati alle persone, qualche retro-pensiero o qualche altro intento. Però la verità è che la restituzione viene sancita da una legge dello Stato che è stata implementata da un accordo tra due ministeri degli Esteri e ora si dà solo l'attuazione anche con soddisfazione, in una comunità più vasta perché rientra in un progetto di riqualificazione anche di altri stabili, quindi un progetto più ampio che che va incontro ad una popolazione più larga, non solo nei confronti della Comunità slovena”.
Davide Fifaco