Una lunghissima serie di manifestazioni di solidarietà e sostegno ha seguito la notizia delle perquisizioni avvenute a Trieste nelle strutture di Linea d’Ombra, l’associazione che si occupa di dare assistenza ai migranti che giungono in città attraverso la rotta balcanica, e di altre associazioni.
Gli agenti, che hanno sequestrato documenti, telefoni e computer, cercavano eventuali prove nell’ambito di un’inchiesta sul favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, che vede una trentina d’indagati e anche degli arresti.
Fra gli indagati c’è anche Gianandrea Franchi, 84 anni, vicepresidente dell’associazione, che ha sede nella sua abitazione. Lo stesso Franchi ha spiegato che il suo coinvolgimento è relativo all’assistenza data nel luglio del 2019, peraltro in un periodo antecedente alla fondazione dell’associazione, a una famiglia iraniana, giunta in Italia e successivamente andata in Germania attraverso una rete di passeur. Il vicepresidente sarebbe stato seguito dagli agenti mentre accompagnava uno dei componenti della famiglia in città a fare delle spese.
Nulla d’illegale assicura, ma tanto è bastato per far scattare i sospetti della polizia su un’eventuale collaborazione con la rete di passeur. Gli inquirenti hanno assicurato che se risultasse che membri dell’associazione non fossero al corrente delle attività illegali, saranno immediatamente prosciolti, ma la perquisizione è stata interpretata come un attacco alla stessa attività di organizzazioni che assistono e danno vitto e alloggio ai migranti, come il Consorzio italiano di solidarietà o Linea d’Ombra, a un mese dalla sentenza del tribunale di Roma, che aveva dichiarato illegittimi i respingimenti alla frontiera italiana e aveva anche sottolineato i trattamenti inumani a cui sono sottoposti i migranti in Croazia e Bosnia.
A sostegno dell’associazione è scattata una sorta di gara alle manifestazioni di solidarietà: quasi tutte le forze politiche di centrosinistra hanno espresso vicinanza a Linea d’Ombra e incredulità per i provvedimenti assunti dalla magistratura verso un soggetto che si occupa di solidarietà e assistenza. Anche l’Arcigay di Trieste ha manifestato solidarietà, sottolineando “la vergogna degli abusi della Rotta Balcanica che non deve restare nascosta”.
LegaCoopSociali Fvg ha definito “sconcertante che, in un paese dove dilaga la delinquenza organizzata e gran parte delle risorse pubbliche sono rapinate sotto gli occhi di tutti dall'evasione fiscale, la magistratura e le forze dell'ordine siano impegnate a perseguitare chi è colpevole solo del ‘reato di solidarietà’”.
L’associazione Socialisti Liberali Triestini ha invece invitato “le forze politiche a non indignarsi, ma a provvedere a legiferare norme che facciano chiarezza sul tema dell’emigrazione clandestina, del rispetto del diritto d' asilo e dei respingimenti.”
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