È dedicata alle migrazioni e agli spostamenti di popolazioni nel novecento l’edizione 2024 della “Summer school”: tre giornate di approfondimento riservate ai docenti delle scuole italiane, organizzate dall’Istituto nazionale Ferruccio Parri (in collaborazione Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea nel Friuli Venezia Giulia (Trieste), Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione (Udine), Narodna in študijska knjižnica – Biblioteca nazionale slovena e degli studi di Trieste).
La scelta della città, Trieste e della sede, il Narodni Dom, come ribadito più volte nel corso della prima giornata, non è stata casuale, ed è strettamente legata la tema dell’evento: il capoluogo giuliano ha visto storicamente la costante presenza di diverse comunità e assiste da vicino al fenomeno delle migrazioni lungo la rotta balcanica.
Le giornate prenderanno in esame il tema degli spostamenti e delle migrazioni, volontarie o forzate, sotto vari aspetti e in varie aree geografiche, analizzandone cause ed effetti sulle comunità di migranti e sulle popolazioni dei paesi accoglienti.
Anche se gestiti dai governi dei paesi di destinazione, i movimenti migratori comportano comunque delle necessità di adattamento da parte delle società fino a vere e proprie tensioni.
“Più che una relazione fra la gestione dei flussi migratori e lo sviluppo di organizzazioni xenofobe - spiega Paolo Barcella, docente all’università di Bergamo, che si occupa di storia delle migrazioni italiane, storia sociale dell’Alta Lombardia e di movimenti e culture xenofobe in Europa-, c'è una relazione fra la dimensione dei flussi migratori e le presenze su un territorio e lo sviluppo di formazioni xenofobe all'interno dei paesi d'arrivo. Questo si nota anche storicamente: se per esempio ci concentriamo sulla Svizzera degli anni ‘60, vediamo come in quel paese si siano sviluppati in quegli anni movimenti xenofobi, tensioni xenofobe che portarono, per esempio, a votare un’iniziativa referendaria che puntava a dimezzare la presenza degli stranieri nel paese, nonostante la gestione dei flussi migratori fosse una gestione particolarmente rigorosa dal punto di vista dei controlli”.
“L'Europa di oggi è sicuramente un'Europa attraversata da tensioni, da tensioni importanti, che riflettono la presenza di una componente di popolazione straniera consolidata, strutturale in tanti paesi, presente nel mondo del lavoro e nella scuola, e in qualche misura questo tema, questa presenza è qualcosa che diventa particolarmente spendibile anche all'interno del dibattito politico, perché può diventare motivo di contrapposizioni e di polarizzazioni In qualche modo è anche vantaggioso sfruttarla politicamente in un senso o in un altro: sia in funzione xenofoba sia in funzione eventualmente di costituzione di un fronte anti xenofobo se vogliamo, basta vedere le parole d'ordine che circolano nel dibattito, come “buonisti” contro “cattivisti”, per riprendere i termini che ha utilizzato qualcuno”.
Alessandro Martegani