Non si spegne la polemica innescata dalla lettera dell’Associazione Anestesisti e Rianimatori Ospedalieri, che avevano sottolineato come i numeri dei ricoveri in terapia intensiva, dichiarati ogni giorno dalla regione, fossero in realtà sottostimati.
In particolare nei reparti di subintensiva di Gorizia e Palmanova sarebbero stati ricoverati pazienti sottoposti a trattamenti da terapia intensiva, ma che non sarebbero stati conteggiati. A poco per ora sembra essere servito l’incontro fra la regione e l’Associazione anestesisti e rianimatori, mentre proprio a Gorizia sono stati disposti altri posti di terapia intensiva, e nella recente riunione della terza commissione in Consiglio regionale l’argomento è stato rinviato ad altra data, alimentando le perplessità delle opposizioni che avevano chiesto di accedere agli atti e di poter ascoltare direttamente i firmatari della lettera.
“La nostra era partita – spiega Andrea Ussai, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, fra i primi a occuparsi della vicenda - come una richiesta di chiarezza rispetto a una dichiarazione fatta dal responsabile del presidio dell'ospedale di Gorizia e Monfalcone più di una settimana fa, in cui parlava di 14 posti di sub intensiva presso l'ospedale di Gorizia, dove c'erano però diversi pazienti intubati. Da consigliere regionale, ma anche da operatore sanitario, avevo chiesto a mezzo stampa all’assessore Riccardi di chiarire se presso la subintensiva di Gorizia ci fossero a pazienti gravi, perché veniva riferito di pazienti intubati, ma purtroppo non mi è stata data risposta”. “Il giorno dopo c’è stata una lettera del direttore generale Poggiana che annunciava il blocco delle ferie degli operatori sanitari per la grave situazione, anche delle terapie intensive che erano vicine al 100 per cento di occupazione dei posti letto, e che aveva attivato 14 posti di terapia intensiva a Gorizia: davanti a dichiarazioni discordanti ho ribadito la richiesta di chiarimento, che puntualmente non è arrivata, ma a mezzo stampa è arrivata la lettera dell'Associazione anestesisti rianimatori, che in qualche maniera confermava la nostra preoccupazione”.
Nella lettera, spiega Ussai, si parla “di reparti di subintensiva che in realtà sono a tutti gli effetti delle terapie intensive, gestite da anestesisti rianimatori, con pazienti gravi, ventilati e intubati” affermando che “in realtà i veri numeri dei pazienti gravi in terapia intensiva in regione sono ben più di quelli dichiarati, superando anche la soglia del cut-off e 50 per cento di posti letto”. “C'è da porsi un problema di monitoraggio corretto della pressione sugli ospedali e di numeri corretti che devono essere inviati al Ministero, - dice - ma anche di standard di assistenza, perché una subintensiva ha degli standard di personale, infermieri e medici che sono diversi rispetto a un’intensiva. Anche altre dichiarazioni contenute nella lettera sono molto molto preoccupanti: si parla di reparti non adatti, improvvisati, di numeri notevoli di decessi. Insomma credo sia necessario fare chiarezza: ho provato prima con un semplice comunicato stampa, ma davanti alle mancate risposte da parte di questa giunta, che a parole dice di voler garantire trasparenza, ma poi in pratica non ci ha consentito neanche di audire in commissione, come chiesto da tutta l’opposizione, le Associazioni dei medici, abbiamo chiesto anche l'accesso agli atti, per verificare quali sono i dati che sono stati mandati a livello nazionale, proprio per cercare di fare chiarezza in un confronto che non è giunto a una linea comune tra l’Associazione anestesisti e l'assessore Riccardi con le varie direzioni generali”.
“Un chiarimento è necessario – spiega Ussai dopo le accuse di strumentalizzazione della vicenda giunte da parte della maggioranza - proprio per fugare ogni dubbio di strumentalizzazione, anche politica, e credo che su un tema così grave sarebbe stata necessaria una risposta, più rapida possibile”.
Il caso ha assunto anche valenza nazionale dopo le interrogazioni presentate in parlamento: quella della Sinistra Italiana chiede fra l’altro ai ministri della Salute Speranza e delle Regioni Gelmini di “disporre le necessarie attività anche di carattere ispettivo al fine di verificare se effettivamente, in Friuli Venezia Giulia, i pazienti Covid in terapia intensiva siano maggiori di quanti dichiarati dalle autorità regionali competenti e se tale numero superi la soglia del 50 per cento dei posti letto intensivi totali disponibili”.
“Nessuno – aggiunge Ussai - vuole in qualche maniera puntare il dito contro operatori e direttori sanitari, anche lo stesso assessore sta gestendo un periodo difficilissimo; noi capiamo che avere compiti gestionali in questo periodo di pandemia è veramente difficile, è un momento drammatico per tutti, soprattutto per chi deve fare le scelte, e quindi abbiamo sempre cercato di avere un atteggiamento collaborativo, di proposta, però davanti a segnalazioni di questa gravità credo che la chiarezza e la trasparenza siano assolutamente dovute e il fatto che anche in commissione l'assessore non abbia avuto voluto parlare di questo tema, rimandato a data da destinarsi, ci preoccupa molto”.
Il vicegovernatore con delega alla Salute, aveva assicurato di volersi confrontare sulla vicenda, affermando però che “cosa sia una terapia intensiva e chi ci debba andare non lo stabilisco io e non lo stabilite voi. Se uno mi dice che qualcosa non funziona, io devo chiederlo a chi se ne occupa, e questo ho fatto fin dal giorno successivo a quella denuncia”.
Alessandro Martegani