La decisione del Tribunale di Roma sul caso del cittadino pachistano che aveva denunciato maltrattamenti e la negazione del diritto d’asilo sul confine italo sloveno da parte della polizia italiana ha alimentato, anziché sedare, lo scontro fra la giunta regionale del Friuli Venezia Giulia e le organizzazioni umanitarie che si occupano di accoglienza ai migranti.
Dopo l’ordinanza del tribunale della capitale, che ha accolto il ricorso del Ministero dell'Interno italiano, ritenendo il quadro probatorio “lacunoso” e addirittura insufficiente a dimostrare che il cittadino pachistano, attualmente residente in Italia, “avesse personalmente vissuto gli eventi narrati”, Gianfranco Schiavone dell'Associazione studi giuridici sull'immigrazione, aveva sottolineato come la decisione non contenesse elementi di riabilitazione del comportamento della polizia, né considerazioni sulla legittimità o meno dei respingimenti. Schiavone aveva anche ribadito come un provvedimento di riammissione immediata in Slovenia da parte delle autorità italiane comporti comunque "molteplici violazioni dei diritti degli interessati, tra cui quello di ottenere effettivamente giustizia attraverso la possibilità di ricorrere alla Autorità giudiziaria”.
A Schiavone ha però replicato l’assessore regionale Pierpaolo Roberti: “Ci aspettavamo delle scuse da parte di chi aveva cavalcato un caso che ledeva profondamente l'onorabilità della Polizia e che ora si è dimostrato totalmente falso. Invece che compiere un passo indietro – ha aggiunto - è arrivata l'ennesima invettiva contro le riammissioni”. “La bugia sui maltrattamenti – ha aggiunto - altri non era che un cavallo di Troia per fermare le riammissioni in Slovenia, lasciando proseguire indisturbato il giro d'affari in mano a passeur e organizzazioni criminali”.
Roberti, che in qualità di vice coordinatore della commissione Immigrazione della Conferenza delle Regioni, ha già chiesto una riunione urgente per mercoledì per affrontare il tema degli sbarchi e della rotta balcanica, ha però ribadito che “ora la posizione della Regione sarà ancora più decisa nel chiedere al Governo d’incentivare le riammissioni informali in Slovenia, per fermare un flusso che sembra far contenti pochissimi a danno di intere comunità”.
Alessandro Martegani