Presentare il progetto di legge in Giunta la prossima settimana e il voto entro metà marzo: è questo il programma per l’approvazione della nuova legge elettorale in Friuli Venezia Giulia.
La maggioranza, come riportato anche dal quotidiano il Piccolo, avrebbe infatti trovato un accordo su parte delle regole per il rinnovo dei comuni, ma non tutti punti trovano concordi le forze del centrodestra.
Fra le novità il recepimento di una norma già approvata a livello nazionale vale a dire la possibilità di un terzo mandato per i sindaci dei comuni al di sotto dei 15 mila abitanti.
Tutti d’accordo, nel centro destra, anche sul quorum per passare al primo turno abbassato al 40 per cento, e non più al 50 per cento dei voto espressi, come già accade in Sicilia. Per il centrodestra si tratta di una norma necessaria alla luce del calo dei votanti, ma il centrosinistra ha già attaccato parlando di “Golpe istituzionale”, termine già utilizzato per un terzo provvedimento, vale a dire l’allineamento delle elezioni comunali alle regionali, che in caso di dimissioni anticipate del sindaco, farebbe rimanere in carica l’amministrazione fino alle prossime elezioni regionali. È un provvedimento che sembra studiato tavolino per evitare le elezioni a Pordenone e Monfalcone, dove i rispettivi sindaci, Alessandro Ciriani e Anna Maria Cisint, dovrebbero dimettersi in caso di elezione alle europee.
Si tratta di un punto su cui però ci sono voci critiche anche nella maggioranza di centro destra, e che contrasta con il principio contenuto anche nel progetto di legge sul premierato presentato dal governo Meloni, che lega la vita della legislatura alla permanenza in carica del premier eletto direttamente dai cittadini.
L’assessore Pierpaolo Roberti ha però dichiarato in Consiglio Regionale che “non è in atto alcun golpe, ma un ragionamento su alcune possibili modifiche della legge elettorale che riguarda i Comuni e che vadano a correggere alcune anomalie”. “L’abbassamento della soglia dal 50 al 40 per cento per i ballottaggi - ha aggiunto - è già stato adottato, in maniera politicamente trasversale”.
I capigruppo in Consiglio regionale di Pd e Patto per l'autonomia, Diego Moretti e Massimo Moretuzzo, hanno però accusato la maggioranza di voler “stravolgere le regole sulla base del risultato di Udine” (dove, aveva sottolineato la maggioranza, al secondo turno aveva votato per il sindaco di centro sinistra Felice De Toni un numero di elettori inferiore rispetto a quelli che avevano votato per Pietro Fontanini della Lega al primo). “C’è – hanno aggiunto - la volontà di rovesciare regole che per sessant'anni hanno governato il sistema democratico del Friuli Venezia Giulia e che ora il centrodestra cerca di minare per rappresaglia”.
Alessandro Martegani