Non bastano le pattuglie miste italo-slovene lungo le frontiere e l'uso di nuove tecnologie, come i droni, a frenare le decine di arrivi quotidiani dal confine orientale, tanto che il flusso migratorio, quest'estate, non ha quasi fatto notizia. Neanche dal Viminale arriva grande interesse, visto che il sito ufficiale del Ministero dell'Interno, sulla questione della rotta balcanica non propone aggiornamenti da più di un mese, nonostante da quel percorso continuino ad arrivare centinaia e centinaia di persone. Secondo i dati raccolti dal Sindacato Autonomo di Polizia di Trieste, solo nei mesi di giugno e luglio sono stati rintracciati oltre 1500 migranti, senza contare tutti quelli che sono transitati senza essere intercettati.
La Polizia di Frontiera di Trieste lamenta di essere stata lasciata sola a cercare di contrastare i continui arrivi, mai così numerosi come nell'ultimo periodo e per ora, dei tanto richiesti rinforzi, non vi è nemmeno l'ombra, nonostante i numerosi appelli mandati a Roma. La giunta regionale si è invece detta soddisfatta del ritorno delle pattuglie miste, anche se lo stesso assessore regionale alla Sicurezza, Pierpaolo Roberti, ha chiesto un nuovo approccio sulle riammissioni tra Italia e Slovenia, che invece le associazioni impegnate nell'accoglienza definiscono come "inutili respingimenti illegali" che servono solo ad alimentare il traffico di essere umani da parte della delinquenza organizzata ed a produrre un'escalation dell'uso della violenza da parte delle polizie balcaniche.
Ad aggiungere preoccupazione vi è ora la situazione dell'Afghanistan e la conseguente emergenza umanitaria che sicuramente porterà ad un incremento di profughi in arrivo sul Carso, in fuga dal regime talebano.
Davide Fifaco