Trieste è una città multiculturale, formata da tante comunità storiche ed in particolare dalle tradizioni latine, slave e tedesche. Questa multiculturalità da sempre è un vanto per il capoluogo giuliano, con lo stesso sindaco Roberto Dipiazza che cita come il momento più importante dei suoi, finora, tre mandati il "Concerto dei tre Presidenti", l'evento che nel luglio 2010 portò in Piazza Unità d'Italia, ad ascoltare le note del Maestro Riccardo Muti, gli allora Presidenti di Italia, Slovenia e Croazia, a suggellare la fratellanza tra questi popoli.
A guardare la cronaca recente, però, sono molti gli episodi che denotano invece intolleranza o perlomeno poco rispetto per le minoranze, con molti triestini che talvolta sui social trascendono in commenti razzisti e beceri. Ancora più preoccupante il fatto che in alcuni casi non si tratta di semplici cittadini ma di rappresentanti delle istituzioni.
Il caso più recente riguarda un utente di Facebook che ha postato la frase "Parlo solo con i cattolici, gli altri vengono dopo i cani" riferendosi ad un noto avvocato triestino di origine ebraica. Lo stesso avvocato ha promesso di denunciare l'autore di questo post.
La scorsa settimana la notizia della morte di un migrante algerino di 29 anni, scivolato in un dirupo in Carso è stata accompagnata da commenti ignobili sui social, come "uno di meno" o lo sgrammaticato "se restava a casa era ancora vivo, uno in meno da sfamare". Messaggi che denotano intolleranza e totale assenza di umanità. Ancor più grave quando questo linguaggio viene riproposto da alcuni politici locali. In questi giorni, infatti, il consigliere comunale Fabio Tuiach ha fatto discutere un’altra volta, attaccando con un post il mondo Lgbt, con un linguaggio decisamente triviale ed offensivo. La stessa comunità Lgbt ora sta pensando di portare il caso in tribunale ed anche il noto show-man triestino Alex Bini ha valutato che la questione non deve chiudersi con un nulla di fatto, pensando ad un'azione legale che potrebbe diventare una class-action.
Infine, non è mancata nemmeno quella che è stata bollata solo come una "svista tecnica" dal Comune, nel caso degli auguri di Natale proiettati in tutte le lingue del mondo sulla facciata della Camera di Commercio. A mancare, guarda caso, era proprio l'augurio in sloveno, la seconda lingua più parlata del capoluogo, che è poi apparso qualche giorno fa, dopo la segnalazione portata avanti dai giornalisti del Primorski Dnevnik, il quotidiano sloveno di Trieste. In tempo, se non altro, per il Natale ortodosso!
Davide Fifaco