Dopo un lungo periodo d’impasse sulla nomina del presidente, è tornata a riunirsi la commissione trasparenza del Comune di Trieste, un organismo che ha in passato alimentato il dibattito sull’attività dell’amministrazione comunale.
La seduta è stata convocata dal neo presidente (la presidenza è annuale e viene assegnata solo a componenti dell’opposizione) Ugo Rossi, esponete del movimento no vax e di Insieme liberi, spesso al cento delle cronache per posizioni contestate, ma in questa occasione assolutamente istituzionale.
Proprio Rossi ha voluto un confronto sulla travagliata storia dell’appalto da circa 70 milioni di euro per la gestione del servizio di illuminazione pubblica, della rete semaforica, dei servizi smart city e delle luminarie e addobbi natalizi, un percorso iniziato nel 2018, con la scadenza del contratto con Hera, società che ha assorbito Acegas, e proseguita fino a oggi con ricorsi arrivati fino alla Corte di Giustizia in Lussemburgo.
È stato l’assessore al Bilancio, Everest Bertoli, a ripercorrere le fasi dell’assegnazione, partita con una delibera votata da tutto il Consiglio comunale nel 2021, oggetto però di una serie di ricorsi che, ha detto Bertoli, “hanno cercato di gettare ombre sull’attività e la correttezza dell’amministrazione comunale, ma che sono stati respinti su tutta la linea dal Tar, e dal Consiglio di Stato che hanno dato ragione al Comune di Trieste”. Una delle contestazioni proposte era stata trasmessa anche alla Corte di Giustizia, che anche in quel caso aveva dato ragione all’amministrazione. Attualmente è pendente ancora un ricorso, sul metodo di assegnazione dei punteggi, che ha visto Hera soccombere alla società Edison, che dovrà subentrare nella gestione di una rete che conta 25 mila punti luce, migliaia di pali, 280 cabine di distribuzione. “Il Comune – ha detto Bertoli - si sta attrezzando per il passaggio di consegne avendo come obiettivo prioritario quello di evitare interruzioni del servizio o problematiche per la cittadinanza”.
Acegas, che fa parte del gruppo Hera, dovrebbe concedere l’accesso alle cabine, ma avrebbe ipotizzato un cronoprogramma che prevede un periodo di 4 o 5 mesi, ritenuto assolutamente incompatibile con le esigenze del Comune. Il nuovo contratto, fra l’altro, dovrebbe portare anche alla sostituzione delle lampade dei punti luce in due anni, con un risparmio sui consumi del 70 per cento, e ogni mese perso si traduce in una perdita di risparmio.
Nel corso del confronto, su richiesta di alcuni consiglieri, è emerso anche che Edison avrebbe garantito la riassunzione degli addetti e un aumento del personale dalle attuali 16 unità a 21 in tre anni.
Oltre alle incertezze per un ricorso ancora in piedi, rimane però un rammarico bipartisan per il fatto che un servizio fondamentale come l’illuminazione pubblica, sia stato assegnato a una società che nulla ha anche fare con l’amministrazione, che invece ha una partecipazione nella stessa Hera dopo aver privatizzato Acegas. “Le gare – ha commentato Bertoli - le vince chi presenta il progetto migliore: Edison ha presentato un buon progetto, ed Hera aveva tutte le possibilità di presentare un progetto migliore, dobbiamo chiederci perché non l’ha fatto”.
Alessandro Martegani