“Per aver sostenuto con convinzione e coraggio, fino al sacrificio della vita, l’ideale di Trieste italiana, fornendo con il proprio martirio la spinta necessaria alla risoluzione dell’annosa questione del territorio di Trieste”.
È la motivazione con cui il Comune di Trieste ha conferito la Civica Benemerenza alla memoria dei Caduti del 5 e 6 novembre 1953. Il riconoscimento, conferito nel corso di una cerimonia nella sala del Consiglio comunale, ricorda Pietro Addobbati, Erminio Bassa, Leonardo Manzi, Saverio Montano, Francesco Paglia, Antonio Zavadil, Medaglie d’oro al merito civile, morti negli scontri avvenuti a Trieste nel novembre del ’53, quando la città era ancora sotto il controllo angloamericano.
Nonostante il divieto da parte del governo militare alleato, il 3 novembre 1953, anniversario dell'annessione della città al regno d’Italia, il sindaco Gianni Bartoli decise di esporre sul Municipio la bandiera tricolore, subito rimossa da ufficiali Britannici. Ne seguirono delle manifestazioni che scatenarono la reazione della polizia civile, guidata da ufficiali inglesi ma composta da triestini, i cosiddetti “Cerini”,
Il 5 novembre nel corso di una manifestazione di fronte alla chiesa di Sant'Antonio nuovo, ci furono nuove violenze, e nel pomeriggio un'ufficiale inglese e i poliziotti aprirono il fuoco sulla folla, uccidendo sei manifestanti e ferendone a decine. I segni dei proiettili resteranno visibili su due lati della chiesa fino alla ristrutturazione avvenuta nel 2012.
Ne seguì una reazione violenta, con una folla che nel giorno successivo distrusse i simboli del governo angloamericano e della polizia, con il tentativo di assalto del palazzo della Prefettura e nuove sparatorie.
Undici mesi dopo, nel 1954, venne firmato il Memorandum di Londra che faceva ritornare la “Zona A” sotto l’amministrazione italiana.A 70 anni esatti, quei fatti sono stati ricordati nel corso della cerimonia dal Sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, alla presenza, fra gli altri, del Presidente della Lega Nazionale, Paolo Sardos Albertini, e di alcuni parenti dei caduti.
Firmando il Libro d’Oro del Comune nel Salotto Azzurro del Municipio, Sardos Albertini ha ricordato come “I caduti del novembre 1953, il loro sacrificio, ultimi testimoni dell’Irredentismo Giuliano, resero possibile la seconda Redenzione della Città di San Giusto, il 26 ottobre ‘54 definitivamente ricongiunta alla Madrepatria Italia”.
“L’uccisione dei patrioti triestini – ha detto Dipiazza - creò una profonda commozione e l’indignazione fu immensa. Quei sei Caduti del 5 e 6 novembre del 1953 mossero le coscienze delle grandi potenze occidentali, le quali compresero che occorreva dare una soluzione al problema del Territorio Libero di Trieste. In meno di un anno, infatti, sarebbe stato firmato il Memorandum di Londra che permise il ritorno dell’Amministrazione italiana a Trieste”.
Il Sindaco ha anche ricordato la realizzazione in città di molti Monumenti dedicati al ricordo dei drammi del Novecento e annunciato una serie d’iniziative in futuro.
In serata, dopo una messa, è stata anche deposta una corona di alloro sotto la targa collocata sul sagrato della chiesa, che ricorda i tragici fatti del 53 e le sei vittime.
Alessandro Martegani