Con l’apertura delle prenotazioni anche ai ragazzi sopra i 12 anni è definitivamente iniziata la vaccinazione di massa anche in Friuli Venezia Giulia.
Nella prima giornata le richieste di vaccinazione nella fascia fra i 12 e i 15 anni sono state più di 3500, ma si guarda di più alla cifra totale delle prenotazioni e dei vaccinati in regione, che, a un ritmo di 10 mila vaccinazioni al giorno, si avvicina alla soglia del 70 per cento di prenotazioni sulla popolazione, il punto di caduta per mettere in sicurezza la regione.
Attualmente la vaccinazione è stata prenotata dal 65 per cento dei cittadini sopra i 16 anni, e nove su dieci hanno già ricevuto la prima dose, mentre 4 su dieci hanno completato tutto il ciclo vaccinale, per un totale di quasi 8900 mila dosi inoculate. “Non siamo molto lontani – ha detto l’assessore alla salute Riccardo Riccardi – all’obiettivo fissato a livello nazionale pari al 70 per cento della popolazione”.
Le vaccinazioni già eseguite hanno inoltre avuto un effetto anche sui contagi e soprattutto sui ricoveri, ormai a livelli che non si vedevano dallo scorso agosto, ma raggiunti con due mesi di anticipo se si guarda alla scorsa estate.
Numeri incoraggianti che però non fermano le polemiche e anche gli attracchi sui social da parte dei “no vax”. Questa volta nel mirino dei gruppi contrari ai vaccini sono finiti il direttore del 118 di Trieste e presidente del sindacato degli anestesisti, Alberto Peratoner, che nei mesi scorsi era anche stato al centro di uno scontro con l’amministrazione sanitaria regionale, e Valtiero Fregonese, segretario regionale dell’associazione dirigenti medici. Per gli autori di migliaia di post fra il critico e l’offensivo, i due medici sarebbero rei di aver difeso la campagna vaccinale e criticato chi, all’interno della macchina sanitaria non si è vaccinato: fra gli altri anche il neo direttore dell’emergenza regionale Amato De Monte, al centro delle polemiche per le modalità della nomina, ma anche per la sua mancata adesione, finora, alla campagna vaccinale.
#sindacaticollaborazionisti, #ivacciniuccidono, #nazismosanitario, sono solo alcuni degli hashtag utilizzati per attaccare i due medici che hanno ricevuto solidarietà pressoché unanime dal mondo politico, e hanno informato la polizia sugli attacchi per avviare delle indagini sugli autori dei messaggi, che in gran parte si nascondono dietro account falsi.
Alessandro Martegani