Massimiliano Fedriga  Foto: Arc/Montenero
Massimiliano Fedriga Foto: Arc/Montenero

“Un anno estremamente complicato, in cui tutti hanno dovuto rivedere le proprie prospettive. Anche la regione ha fatto fronte all’emergenza, ma non dimenticando i progetti per il futuro”. Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia, nella consueta Conferenza stampa di fine anno, ha tracciato, accanto a suoi assessori, il bilancio di un anno che si era aperto con tutt’altre prospettive e che si è invece rivelato uno dei più difficili della storia della regione.
Le attività della giunta sono state riassunte dagli stessi assessori, riuniti in un contributo video mandato nel corso della conferenza stampa, ma Fedriga ha sottolineato come la macchina sanitario abbia dovuto adattarsi all‘emergenza, aumentando di 400 unità i posti letto, assumendo 950 operatori in più, riorganizzando “in maniera poderosa” la capacità di screening attraverso i tamponi molecolari, divenendo la prima in Italia per numero di
test eseguiti.
Dall’altra parte l’amministrazione si è concentrata sul supporto all’economia e al lavoro, per consentire alle attività di superare la fase più acuta della crisi. Sono stati messi in campo più di 90 milioni a favore delle attività produttive: aiuti, ha detto Fedriga, che da soli non sono sufficienti a colmare le perdite economiche dalle aziende, ma che hanno consentito alle imprese regionali, tra cui molte piccole e micro aziende, di continuare a operare.
Soprattutto però Fedriga ha sottolineato come la regione abbia continuato a guardare al futuro, non abbandonando i progetti di sviluppo, concentrandosi su quattro pilastri: salute, lavoro e imprese, famiglia e territorio. Nel futuro poi c’è anche la sfida del Recovery fund: “Devo dire – spiega Fedriga - che abbiamo speso tutto l'impegno possibile per cercare di dare una risposta alla crisi pandemica e alla crisi economica, con tutti i limiti del caso difficoltà sia ben chiaro, ma anche di non abbandonare progetti importanti che avevamo messo in campo, penso soprattutto alle politiche sulla famiglia o alla riforma degli enti locali. Sono progetti importanti che pensiamo possano essere utili al futuro del Friuli Venezia Giulia e possano dare quella prospettiva di saper guardare avanti anche oltre la crisi”.
Ora la regione ha di fronte la grande sfida del Recovery fund. Con che spirito vi ponete di fronte a questi ingenti finanziamenti, che arriveranno, ma che devono essere utilizzati sapientemente?
“Noi abbiamo fatto una proposta al governo, oltretutto su cinque asset approvati anche dalla Conferenza delle regioni, lo abbiamo fatto con discreto anticipo, già da settembre avevamo portato questi progetti in Conferenza, adesso aspettiamo la risposta del governo rispetto alle linee strategiche su cui deciderà d’intervenire. Io però voglio ribadire il ruolo fondamentale del rapporto tra Stato centrale e territorio: se questo non avverrà, ho paura che quelle risorse saranno utilizzate male, e non sfrutteranno l'opportunità che invece possono dare.”
Riguardo i vaccini? Fra un po’ si parte…
“Il 27 partiamo con queste prime dosi che, diciamo, sono simboliche. Ora stiamo aspettando dal commissario Arcuri il numero effettivo di vaccini che ci arriverà settimana per settimana, e la data precisa in cui arriveranno, perché noi siamo già pronti: non abbiamo soltanto individuato le cinque sedi predisposte ad effettuare il vaccino e a conservare il vaccino stesso, ma noi siamo anche pronti con le infrastrutture necessarie ad aprire, potremmo farlo anche oggi stesso, l'agenda vaccinale. È chiaro però che dobbiamo sapere quando avremo i vaccini, anche con qualche giorno di anticipo, perché se ce lo dicono il giorno prima è difficile aprire l'agenda e che le persone si prenotino per venire a fare il vaccino. Per questo ho chiesto a Roma di poter avere le date il prima possibile così da poter partire e anticipare i tempi.”


Alessandro Martegani


Foto: MMC RTV SLO/Arc/Montenero
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Foto: MMC RTV SLO/Martegani
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