È stata da sempre uno dei cavalli di battagli della Lega, e a breve dovrebbe essere regolamentata con una legge regionale in Friuli Venezia Giulia: la compartecipazione dei cittadini alla sorveglianza delle città è stato uno dei punti critici del confronto in commissione sul disegno di legge su sicurezza e polizia locale, che approderà nell’aula del Consiglio regionale mercoledì 3 marzo.
Il testo, come ha spiegato l’assessore alla sicurezza Pierpaolo Roberti, introduce il concetto di “sicurezza partecipata”, riconoscendo anche ufficialmente la funzione sociale del controllo di vicinato.
Da una parte la Giunta vuole reintrodurre i volontari per la sicurezza, cittadini che si affiancano alla polizia locale per il controllo del territorio e per aiutare a gestire la situazione in caso di manifestazioni o eventi, dall’altra, ha spiegato Roberti, punta a “disciplinare qualcosa che esiste a prescindere dalla nostra volontà”. Il riferimento è ai gruppi di controllo che sorgono spontaneamente sui social network, ma anche alle funzioni già esercitate da soggetti come le associazioni di ex carabinieri o alpini. “Solo nel momento in cui li discipliniamo - ha detto l'assessore - possiamo esercitare un controllo".
Vengono poi introdotti gli addetti alla sicurezza sussidiaria con la possibilità per i comuni di avvalersi della vigilanza privata e degli "steward urbani", figure, ha detto l’assessore “che spesso svolgono semplicemente la funzione di risolvere conflitti”.
Si tratta però di temi molto delicati, per i timori che simili strumenti trasformino in una sorta di milizia locale, e in gruppi di delazione organizzata. A poco sono servite le rassicurazioni della Giunta sul fatto che si tratta di “sicurezza sussidiaria, aggiuntiva e non sostitutiva, alla polizia locale”.
Le opposizioni, che già aveva contestato una simile iniziativa portata avanti da Roberti quando era assessore comunale a Trieste, non sembrano però fidarsi: Pd, Open Sinistra Fvg e Movimento Cinque Stelle, hanno espresso dubbi sul testo, anche se i grillini alla fine hanno optato per l’astensione.
È stata sottolineata la necessità di definire con precisione compiti, competenze e limiti d’intervento dei volontari. "Qui si introduce il principio di sicurezza sussidiaria - ha ricordato Franco Iacop del Pd - anche da parte di privati, integrativa e complementare alla sicurezza urbana. E complementare significa che si può agire in luogo di altri soggetti".
Critiche le opposizioni anche sulla reintroduzione dell'Osservatorio regionale sulla sicurezza urbana, organismo abolito nel 2016, con il compito di analizzare dati sulla criminalità per orientare le politiche regionali della sicurezza. Un organismo che però per l’opposizione rappresenta sono uno strumento di propaganda, poiché, come ha detto Furio Honsell di Open sinistra FVG, “si fa di tutta l'erba un fascio parlando di fenomeni di devianza, emarginazione e bullismo".
Alessandro Martegani