Il governo croato vicino ai pescatori. L'ennesima conferma arriva da Umago dove ieri c'è stato un incontro tra i rappresentanti della categoria e la segretaria di stato agli esteri Andreja Metelko Zgombić. Quest'ultima ha ricordato che Zagabria ha tutelato i loro interessi dinanzi ai tribunali sloveni e che farò lo stesso dinanzi alla Corte europea per i diritti dell'uomo. I pescatori salvorini ed umaghesi, infatti, stanno per rivolgersi al tribunale di Strasburgo per denunciare quella che reputano un'ingiustizia. "L'atmosfera nel Golfo di Pirano continua ad essere tesa anche dopo l'adesione della Croazia a Schengen", si è sentito dire nel corso della riunione. Come noto, la Croazia non riconosce la sentenza arbitrale sulla delimitazione del confine e la considera compromessa dal modus operandi sloveno. Per Zagabria, fino a nuove decisioni, la linea di demarcazione è quella a metà baia e fino a lì si spingono a pescare le barche croate, mentre quelle slovene- come rimarcato ieri ad Umago- pescano oltre la linea ovvero nell'area di Golfo che l'arbitrato ha assegnato alla Slovenia. Da anni ormai la polizia croata prescrive multe ai pescatori sloveni e la polizia slovena sanziona i pescatori dell'umaghese. Amareggiati e stanchi, tra questi ultimi è percettibile una divergenza di vedute con una parte più intransigente che richiede un maggiore impegno delle autorità e l'altra più disponibile al dialogo e alla collaborazione. Dialogo e collaborazione che stanno alla base dell'operato del governo che- come è stato ripetuto- è impegnato a risolvere bilateralmente il contenzioso e allo stesso tempo a superare gli ostacoli che incontrano i pescatori. Da segnalare infine che lo scorso maggio la Corte europea dei diritti dell'uomo aveva respinto la causa-multe intentata da alcuni pescatori sloveni contro la Croazia. Dichiaratosi non competente a pronunciarsi sulla validità dell'arbitrato, per l'organo giurisdizionale internazionale i pescatori sapevano che per il momento il confine passa a metà Golfo.
(lpa)