Una ricerca scolastica di tutto rispetto quella presentata ieri sera alla Comunità degli Italiani di Umago, con la sua parte teorica e la sua parte pratica che analizza - come rilevato nell’introduzione della pubblicazione - la problematica dell’inquinamento da rifiuti solidi marini sotto ogni aspetto, dalle fonti di provenienza alle possibili soluzioni. Decomposizione, circolazione oceanica, fattori che influenzano il trasporto dei rifiuti nell’Alto Adriatico, effetti della plastica sulla vita marina, microplastiche, rifiuti marini e catena alimentare, costi economici dell’inquinamento sono solo alcuni dei temi affrontati nel lavoro impegnativo ma anche gratificante.
Tra i dieci studenti coinvolti nel progetto anche Petra Grace Zoppolato che ci racconta della parte pratica “Abbiamo fatto diverse uscite per raccogliere i rifiuti onde renderci conto della presenza di questo problema anche nel nostro territorio. La spiaggia prescelta è stata quella di Zambrattia in quanto rispettava alcuni criteri relativi a lunghezza e larghezza e quindi anche all’assenza di edifici o altre strutture. Impressionante la quantità di rifiuti in plastica provenienti dal mare ma anche dai bagnanti durante la stagione turistica. Poi siamo andati al Centro di ricerche marine “Ruđer Bošković” di Rovigno per un’uscita in mare con le bombole alla ricerca di rifiuti sul fondale e quindi anche sulla superficie marina. Infine, abbiamo visitato la discarica ed il centro smistamento rifiuti nonché il depuratore delle acque reflue di Umago”.
Coordinatrice del progetto la professoressa Tiziana Zancola che oltre ad elogiare i ragazzi ha voluto ringraziare il Centro di ricerche marine rovignese con in testa la dottoressa Mirta Smodlaka Tanković nonché la municipalizzata “6 maj” di Umago che ha finanziato le uscite dei ragazzi e la pubblicazione della ricerca dalla quale emergono dati preoccupanti.
“Siamo una zona turistica e questo è un settore che purtroppo influisce negativamente sull’ ambiente inoltre l’Adriatico è un mare chiuso e sulla nostra costa istriana si riversano rifiuti provenienti da varie fonti anche dal fiume Po, il maggiore fiume italiano. Quindi la presenza di rifiuti sulle nostre spiagge e nel nostro mare è preoccupante da qui la necessità di agire con urgenza per evitare un peggioramento della situazione” afferma la Zancola invitando tutti a prendere consapevolezza del problema e a mettere in pratica almeno quei piccoli accorgimenti nelle quotidiane abitudini “che sicuramente non possono da soli risolvere la questione ma almeno aiutano a non peggiorarla”.
Evitare di comprare cosmetici contenuti in microplastica, evitare prodotti monouso come piatti e bicchieri” elenca Salvatore Napoletano, altro studente che spiega “neanche il biodegradabile è sicuro in quanto si tratta di una materia che si decompone al 90 % entro 6 mesi ma solo in determinate condizioni che nella maggioranza dei casi non sussistono” e fa l’esempio dei sacchetti che si decompongono solo a 50 gradi, temperatura che il mare non raggiunge. “Bisogna stare più attenti e sensibilizzare di più l’opinione pubblica; secondo me i politici dovrebbero impegnarsi di più e lanciare un segnale forte perché solo loro possono attuare un cambiamento vero e proprio” ha concluso Salvatore Napoletano. (lpa)


Foto: Radio Capodistria
Foto: Radio Capodistria