Dopo olio d'oliva e prosciutto istriano, Lubiana e Zagabria segnano l'iscrizione comune di un'altra eccellenza nel registro europeo dei marchi con Denominazione di origine protetta e con Indicazione geografica protetta. Più che Zagabria e Lubiana - almeno per quanto riguarda la prima - un plauso va alle autorità e istituzioni istriane che hanno patrocinato l'iniziativa. "È stato un percorso lungo e faticoso, ma alla fine ce l'abbiamo fatta" hanno detto ieri a Pola gli esponenti regionali: il governatore Boris Miletić, il direttore dell'AZZRI (l'Agenzia per lo sviluppo rurale dell'Istria) Igor Merlić e Aldo Stifanić, presidente dell'Associazione degli allevatori del bovino istriano. Per quest'ultimo, dal 1989 a oggi sono stati fatti dei miracoli. "Trent'anni fà il boscarin era in pratica estinto, oggi ne contiamo 2 mila esemplari" ha spiegato.
Va raccontato che uno di questi esemplari, nel 2012, ha superato - con tutta la documentazione necessaria - il regime di Schengen e i confini sloveno-croati. In Slovenia, infatti, la razza era del tutto scomparsa, ma grazie alla collaborazione transfrontaliera questa specie autoctona è stata fortunatamente salvaguardata ed è diventata - come nel resto della penisola - uno dei prodotti enogastronomici più importanti e riconoscibili, prodotto che - come prescritto dalle normative europee - d'ora innanzi sarà tutelato pure dai due marchi europei che garantiscono standard qualitativi, salvaguardia di metodi di produzione e informazioni chiare al consumatore. E se la Regione istriana ha avviato le procedure per la tutela della capra istriana va detto pure che sono in attesa del riconoscimento europeo - ancora una volta con gli sforzi congiunti di Slovenia e Croazia - il formaggio di pecora e il miele istriani. (lpa)
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