Nell'intervista pubblicata di recente dal quotidiano Glas Istre il generale in congedo e consigliere municipale rovignese dell'Accadizeta, Sergio Rabar, ha ricalcato i temi a lui cari richiamando l'attenzione su quello che considera pericolo di italianizzazione dell'Istria e su quello dell'irredentismo italiano che avrebbe trovato terreno fertile nelle strutture dell'Istria e in particolare nella Dieta democratica istriana, il partito che comanda nella penisola. Tantoché, secondo Rabar, a essere minacciata sarebbe la cromaticità della penisola.
"Come ogni sciovinista che si rispetti", cosi nell'aula del parlamento il suo vicepresidente e deputato italiano Furio Radin: "il generale innanzitutto sottolinea di non avere nulla contro gli Italiani, però subito dopo li bolla come irredentisti". A proposito della presunta italianizzazione della penisola, Radin cita il passo dell'intervista di Rabar in cui afferma che nel 1952 quando si era stabilito a Rovigno, il 90% della popolazione era italiana mentre ora è in minoranza. "Mi riferisco", ha proseguito il deputato "anche al milione di cittadini etnicamente non croati che sono scomparsi dai censimenti della popolazione dalla fine della Seconda guerra mondiale ai giorni nostri. E una parte di essi erano Italiani". Poi Radin si sofferma sulle numerose falsità storiche esposte da Sergio Rabar come il tentativo di ridimensionare il contributo degli antifascisti italiani dell'Istria nella comune lotta. Infine, Radin ha invitato il generale a darsi una calmata: "Sergio, non userò paroloni, lei non li merita", ha detto. "La invito solo a calmarsi perché è tutto sotto controllo e ad ascoltare sua moglie che si preoccupa della sua salute".
Valmer Cusma