Le norme sull'uso pubblico e ufficiale della lingua italiana in Istria spesso non vengono rispettate e i trasgressori non incappano in alcuna sanzione, a differenza di quanto avviene per norme, leggi e regole di altro tipo. Pertanto in numerosi casi le belle intenzioni rimangono lettera morta sulla carta per cui succede che la lingua italiana venga declassata all'uso turistico o del tutto ignorata. L'ultimo esempio arriva da Stridone nel Comune di Portole che ufficialmente è bilingue. Qui è stata scoperta una targa ricordo alla memoria di due antifascisti di nazionalità italiana della zona. Giusto Bellè e Luigi Visintin vennero trucidati dai fascisti agli inizi di aprile del 1945 e ora qualcuno ne ha voluto onorare il ricordo. Gesto sicuramente nobile, però la targa reca solo la dicitura in lingua croata. Promotore dell' iniziativa l'Associazione dei combattenti dei comuni di Grisignana e Portole in collaborazione con il Comune di Portole. E' risaputo che gli antifascisti istriani eredi dei partigiani di Tito, non hanno mai manifestato eccessive aperture nei confronti della Comunità italiana. E dire che proprio pochi giorni prima dello scoprimento della targa il rappresentante del Comune di Portole aveva firmato a Pola un "Accordo di collaborazione per la promozione della lingua e della cultura italiane" assieme ai sindaci delle altre 17 autonomie locali bilingui della penisola e ai vertici della Regione istriana. Promotrice dell'accordo la responsabile del Dipartimento regionale per la Comunità nazionale italiana e gli altri gruppi etnici della regione Tea Batel. Nell'occasione, parlando a nome dei sindaci, Boris Miletić di Pola aveva sottolineato che indubbiamente il bilinguismo è la più grande ricchezza dell'Istria e dei suoi cittadini. E aveva ricordato la lunga battaglia portata avanti e vinta dalla Regione agli inizi degli anni '90 dello scorso secolo contro il potere centrale che non aveva gradito lo Statuto regionale in quanto ritenuto troppo generoso nei confronti della Comunità italiana. Poi le cose erano state messe al posto giusto dalla Corte costituzionale. Lo schiaffo alla lingua italiana a Stridone sta passando inosservato, nessuno reagisce eppure ai vertici della Regione istriana ci sono due italiani, Fabrizio Radin e Giuseppina Rajko, mentre anche il vicepresidente del Sabor è italiano, Furio Radin, eletto proprio dagli italiani.
Valmer Cusma
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