L' Unione degli Istriani non ci sarà- dunque- alla cerimonia solenne del 10 febbraio in Senato. “Finche' non viene tolta l’onorificenza a Tito non ci può essere la nostra adesione” afferma il presidente dell’associazione, Massimiliano Lacota e precisa che “finche il maresciallo Josip Broz sarà Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica italiana decorato di Gran Cordone, l’Unione degli Istriani non parteciperà a nessuna subdola cerimonia nei palazzi istituzionali di Roma”. Ricordando che “sono più di 200 i famigliari delle vittime delle foibe che non hanno ancora fatto domanda di concessione della medaglia prevista dalla legge istitutiva del Giorno del Ricordo e questo perché ritengono un’offesa chiedere il riconoscimento per il sacrificio dei loro cari prima che venga revocata la massima onorificenza italiana a chi è stato mandante politico del loro assassinio” Lacota afferma che l’Unione degli Istriani tornerà a presenziare alle cerimonie quando la massima onorificenza dello stato verrà tolta a chi ha permesso che la Tragedia delle foibe si avverasse completandola con la cacciata di 350 mila italiani dall’ Istria Fiume e Dalmazia.
Ricordiamo che la cerimonia ufficiale in memoria di tutte le vittime delle foibe si svolgerà nel pomeriggio del 10 febbraio a Palazzo Madama e sarà un evento guidato dalla presidente del Senato Elisabetta Casellati assieme al presidente della Camera, Roberto Fico. Hanno confermato la loro presenza le altre organizzazioni dell’associazionismo degli esuli mentre saranno presenti pure esponenti della minoranza italiana. Intanto ieri -sempre al Senato- presentato il volume “10 febbraio” di Roberto Menia che è uno dei padri della legge 92 che nel marzo del 2004 andava a istituire il Giorno del Ricordo, ricorrenza fisata appunto il 10 febbraio, data in cui, nel 1947, fu firmato il Trattato di Pace di Parigi che assegnava all’ormai ex Jugoslavia l’Istria, Il Quarnero e la Dalmazia. (lpa)