È il film che diede il via alla serie dei “cinepanettoni”, guardato un po’ dall’alto in basso dalla critica, ma diventato prima un classico di Natale, poi una vera e propria pietra miliare della comicità nel cinema italiano.

“Vacanze di Natale”, il film diretto da Carlo Vanzina e uscito 1983, compie 40 anni, ma, nonostante l’età, continua a far sorridere e soprattutto a offrire una testimonianza della vita degli anni 80 in Italia, quella degli Yuppies, della Milano da bere, degli imprenditori un po’ smargiassi e della gioia di vivere, dello status sociale fatto soprattutto da ciò che si possiede piuttosto che da ciò che si è.

In realtà Vacanze di Natale, che diede la popolarità definitiva ad attori come Cristian de Sica, Jerry Calà, e Claudio Amendola, e aveva nel cast anche star come Stefania Sandrelli, era uscito sull’onda del successo di “Sapore di Mare”, con cui aveva in comune alcuni interpreti, ma che superò in popolarità e successo al botteghino, dando vita a personaggi diventati iconici, come Roberto Covelli, il figlio di papà, interpretato da Cristian de Sica, Billo Damasco, Jerry Calà, il pianista donnaiolo, o Donatone Braghetti, il “cumenda” interpretato da Guido Nicheli.

Alcune battute, a sfondo sessista o razziale, sarebbero improponibili in un film odierno, ma anche questo è un valore aggiunto che fa capire come siano cambiati i costumi e la sensibilità del Paese su certi temi in 40 anni.

La libidine è qui: sole, whiskey… e sei in pole position!

Donatone Braghetti

È anche una sorta di antologia musicale dei pezzi più in voga in quegli anni, ma paradossalmente non esiste una playlist ufficiale del film.

A chi lo vedeva allora, per la prima volta, il film proponeva una parodia della dolce vita dei nuovi ricchi degli anni ’80 e di chi stava loro attorno, ma con gli occhi di oggi si tratta di una testimonianza di quel tempo.
Al di là di ogni considerazione si tratta di un film di fronte al quale, chi era adolescente o sotto i 30 anni nel 1983, non può fare a meno di sorridere e di rimanere di fronte allo schermo fino alla fine, assaporando il clima di quegli anni più materialisti, più superficiali, ma anche più spensierati e felici.

Era una cronaca precisa di un tempo che stava cambiando. Di una certa borghesia che puntava sull'avere e non sull'essere. Lo abbiamo cercato di fare con un approccio franco, divertente ma anche drammatico. Abbandonando ogni moralismo. Lo abbiamo fatto senza saperlo.

Enrico Vanzina

"Le ragioni del successo di Vacanze di Natale sono diverse - ha detto Enrico Vanzina lo stesso in un'intervista a 'Repubblica' -, ma una è più precisa delle altre: il tempo ha battuto l'ideologia: esisteva un certo tipo di mondo, e anche di cinema, che pretendeva di spiegare la realtà senza guardarla, aveva un impianto ideologico e non si è reso conto di quello che invece gli stava accadendo intorno. Con quel film noi abbiamo raccontano un pezzo di Paese che avevamo di fronte e che nessuno guardava, un po' schifato".
"Era una cronaca precisa di un tempo che stava cambiando, di una certa borghesia che puntava sull'avere e non sull'essere. Lo abbiamo cercato di fare con un approccio franco, divertente ma anche drammatico, abbandonando ogni moralismo. Ripeto: noi lo abbiamo fatto senza saperlo, ma visto oggi Vacanze di Natale è stato un mattoncino del racconto di un cambiamento sociologico che fino a quel momento non era mai stato intercettato".

Alessandro Martegani