Un piano di 63 riforme che andrà rispettato nei contenuti e soprattutto nei tempi. È l’obiettivo che i vari ministeri del governo italiano dovranno centrare per onorare gli impegni presi con Bruxelles nell’ambito della trattativa sul Recovery Plan.
A 24 ore dall’arrivo della prima parte dei 191 miliardi stanziati dall’Europa, Palazzo Chigi ha diffuso una nota, anticipata dal quotidiano la Repubblica, con l’elenco degli impegni, ricordando la necessità di rispettare “le scadenze e il programmato e approfondito esame delle riforme e delle iniziative legislative delle singole amministrazioni”.
Un terzo delle riforme promesse, 23, dovranno essere approvate già entro fine anno, e non si tratta di impegni da poco. Si parla della riforma della pubblica amministrazione, della giustizia, delle semplificazioni, ma anche l’ammodernamento della rete ferroviaria, la sicurezza dei ponti, l’Università, fino alla lotta all’evasione fiscale “anche attraverso incentivi mirati per i consumatori”.
Più che sui contenuti, la nota si concentra però sui tempi, ricordando come, il rispetto delle scadenze e “il programmato e approfondito esame delle riforme” sono quanto “impone un rinnovato approccio al modo stesso di intendere il processo di produzione normativa, quale fattore di impulso alle politiche di sviluppo”.
Si tratta comunque solo prima parte delle riforme che dovranno essere attuate nei prossimi cinque anni: una fase importante, perché sarà il primo banco di prova per valutare la capacità dell’Italia di rispettare gli impegni presi con l’Europa, ma che continuerà, sotto la costante osservazione di Bruxelles, fino al 2026, quando, ad esempio, dovrà essere avviato il federalismo fiscale.
Alessandro Martegani