Foto: EPA
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Ancora odio sui social contro la senatrice a vita Liliana Segre dopo la sua partecipazione alle celebrazioni del 25 Aprile a Pesaro. Centinaia gli insulti che sono stati scritti sotto i video dei festeggiamenti del Comune di Pesaro e del sindaco Biancani per la festa di Liberazione, rivolti dagli haters contro la sopravvissuta ai campi di concentramento.

Il figlio di Liliana Segre ha dichiarato: "Purtroppo assistiamo a un'altra ondata di messaggi degli hater, non solo quelli sulle pagine social del Comune di Pesaro" ed ha aggiunto: "Siamo alle solite. Ormai ogni volta che mia madre partecipa a un evento pubblico si scatena l'ora degli odiatori. Una cosa che, ovviamente, le dispiace, anche se è abituata ormai da anni e certo non si fa spaventare".

L'ondata di insulti è stata subito stigmatizzata dai principali esponenti istituzionali e politici italiani. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, scrive sui propri social: "Nel ribadire con assoluta fermezza la mia totale condanna per qualunque atto di antisemitismo, esprimo solidarietà mia personale e del Senato della Repubblica alla senatrice Liliana Segre, vittima di vergognosi insulti sulla pagina social del comune di Pesaro".

Più polemico il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, che afferma "Nell'esprimere solidarietà alla senatrice a vita Liliana Segre, ignobilmente insultata, non mi associo all'ipocrisia di chi alimenta celebrazioni che, fingendosi antifasciste, diventano in realtà antisemite e poi solidarizzano con la Segre. L'ipocrisia di alcuni esponenti della sinistra è sotto gli occhi di tutti. I loro atteggiamenti sono vergognosi. E sono stati espressi in maniera faziosa in Parlamento perfino in occasione di commemorazioni recenti, che avrebbero dovuto imporre bene altro spirito. Chi semina odio, causa queste ondate di vergognoso antisemitismo".

Alla senatrice Segre è stata inoltre espressa solidarietà da parte di Elly Schlein del Partito Democratico e dal leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte.

Intanto continua a far discutere anche il caso del panificio "L'assalto ai forni" di Ascoli Piceno, davanti al quale la scorsa notte è stato affisso un nuovo striscione con la scritta: "Da quel forno un tale fetore che diventa simpatico anche il questore".

È il secondo striscione che fa riferimento alla vicenda che ha visto protagonista Lorenza Roiati, titolare del panificio, visitata due volte dalle forze dell'ordine e identificata per aver esposto un lenzuolo nel suo negozio con la scritta "25 Aprile, buono come il pane bello come l'antifascismo". Nelle scorse ore nelle vicinanze era comparso un altro striscione con la scritta 'L'assalto ai forni', con l'assalto cancellato.

Davide Fifaco